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Il Viminale alla fine dà il via libera all'ora d'aria per i bambini

Marianna Rizzini

Il ministero dell’Interno chiarisce che la passeggiata con un solo genitore è consentita. C’è chi lavora a un decreto per i più piccoli. Il pasticcio sul jogging

[Aggiornamento del 1 aprile, ore 10] "I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in facili ottimismi", dice in Senato il ministro della Salute, Roberto Speranza. "L'allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali".


  

Roma. Arriva poco prima che si faccia sera (ieri) la nuova circolare chiarificatrice del Viminale ai prefetti: “E’ da intendersi consentito, a un solo genitore, camminare con i propri figli minori, in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione” (tra le attività motorie ammesse resta quella di fare jogging, per quanto la spiegazione data dalle autorità sia a dir poco contorta). 

 

  

È la notizia molto attesa sul territorio, dove, negli ultimi giorni, si erano mobilitati cittadini, sindaci, partiti e parlamentari sul tema “bambini e coronavirus”, attorno al nodo del “come fare” a coniugare la salute e la sicurezza della collettività con il diritto dei più piccoli alla boccata d’aria.

 

Leggi qui la circolare del Viminale

 

E se ne parlava dall’ultima stretta governativa su spostamenti e assembramenti, dopo il lancio di petizioni (su change.org) e lettere aperte al presidente del Consiglio e a vari sindaci da parte di cittadini che chiedevano venisse preso in considerazione il “punto di vista dei bambini”, ferma restando la sicurezza di chi, anziano, potrebbe ammalarsi con più rischi.

  

In particolare, dal 20 marzo, molte famiglie si interrogavano sull’interpretazione da dare alla norma che permette “individualmente”, nel rispetto della distanza, di fare il cosiddetto giro del palazzo. Si era mosso da giorni, con una nota rivolta al governo, il Pd romano, spiega Claudia Daconto, membro della direzione locale, e il segretario Andrea Casu (“guardare alla pandemia anche all’altezza degli occhi dei bambini non significa abbassare la guardia ma garantire a tutti gli stessi diritti”, dice).

  

Si erano mossi, a Milano, alcuni consiglieri comunale del Pd. Intanto il medico e deputato democratico Paolo Siani, con un video su Facebook, aveva annunciato l’impegno di alcuni parlamentari presso il governo per un “decreto bambini”, rivolgendosi direttamente ai piccoli cittadini: “So che stare a casa per voi bambini è molto dura, vi assicuro che ci impegneremo affinché possiate uscire presto ma in modo protetto e senza correre nessun rischio”. E il ministro delle Pari opportunità Elena Bonetti, intervistata da SkyTg24, si era detta favorevole a concedere anche ai bambini lo spazio temporale di una passeggiata: “Certamente il rispetto delle regole per garantire la salute di tutti è prioritario”, diceva Bonetti, “ma noi stiamo chiedendo ai bambini e ai giovani un sacrificio enorme. Dobbiamo permettere loro, in modo graduale sicuro, tutelato, per la loro salute e la salute della collettività di uscire, di poter iniziare a fare un’attività psicomotoria ovviamente non in gruppo ma da soli, nel pieno rispetto delle regole del contenimento e del contrasto al virus, la possibilità gradualmente di essere fatta”.

  

Nelle varie città, intanto, si erano mostrati preventivamente possibilisti anche i sindaci: da Milano Beppe Sala sollecitava risposte alla “proporzionalità di provvedimenti emergenziali” che sembravano “vietare ai bambini di uscire anche solo per una mezz’ora”; da Firenze Dario Nardella raccoglieva le richieste dei concittadini in proposito, anche parlandone con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: “Sono il primo a dire che bisogna stare a casa il più possibile”, diceva Nardella, “ma se penso a dei bambini che abitano in un piccolo appartamento, chiusi da quasi un mese, allora da padre mi chiedo se non abbiano diritto a uscire una mezz’ora sotto casa e poi rientrare”. Sullo sfondo, prende forma l’idea di un “tavolo parlamentare trasversale online” Pd-Cinque stelle per un decreto bambini che affronti anche il tema della violenza sui minori e dell’emergenza economica che potrebbe coinvolgerli: è stato messo in agenda a Roma per il 3 aprile prossimo.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.