(foto LaPresse)

I malumori del Pd su Rai 3, “Tele Fatto”. Chi lavora per il bis di Mattarella

Secondo i dem, con la nomina di Franco Di Mare l'emittente è finita totalmente in orbita grillina

Alcuni giornali si sono stupiti del fatto che Dario Franceschini l’altro ieri non abbia preso la parola alla direzione del Pd. Qualche quotidiano ci ha anche ricamato sopra. Ma la verità è che il capo della delegazione del Pd non avrebbe mai potuto parlare in quel consesso perché a lui spettava il delicato compito di convincere Giuseppe Conte a soprassedere alla passerella mediatica di villa Pamphili e a optare per una diversa modalità di svolgimento degli Stati generali. Cosa che puntualmente, a tarda sera, Franceschini ha fatto in un vertice a palazzo Chigi.

 

E nei palazzi della politica le malelingue insinuano che l’allarme lanciato dal presidente del Consiglio (debitamente riportato da alcuni quotidiani) sulla presenza di pezzi dello stato che gli remano contro sia stata una trovata dell’abilissimo Rocco Casalino per distogliere l’attenzione dalla retromarcia del presidente del Consiglio sugli Stati generali.

 

Pare che Roberto Gualtieri e i suoi dirigenti del ministero se la siano presa non poco per non essere stati avvisati prima da Conte della sua idea di proporre gli Stati generali. Per la verità non ne sapevano niente nemmeno al Pd. Anche Nicola Zingaretti è caduto dalle nuvole leggendo la notizia. Difficile che al Mef si scordino un affronto del genere proprio su un tema di loro competenza.

 

L’altroieri nella riunione della Direzione del Pd aleggiava un certo malumore nei confronti di Italia viva per le regionali. A palesarlo, nel suo intervento, la vice ministra dell’Istruzione, l’ex renziana Anna Ascani. La Ascani, che è anche vicepresidente del Pd, ha criticato aspramente Iv perché “in alcune regioni va con il centrosinistra, in altre contro, rischiando di farci perdere”. E ancora : “In alcune regioni in cui è alleata con noi vuole la lista del presidente, in altre no perché vuole contarsi”. Quest’ultima affermazione si riferisce alla Toscana, “feudo” di Renzi, dove il leader di Italia viva vuole appunto contarsi e teme che una lista del Presidente gli sottragga voti. Quindi la stoccata finale: “A me – ha detto la vicepresidente dem – hanno sempre insegnato, anche quando a capo del Pd c’era Renzi, che non bisogna accettare i ricatti dei partitini”.

 

Al Pd non piace affatto l’idea che Luisella Costamagna possa condurre “Agorà”. Al Pd ritengono che ormai Rai 3, con la nomina di Franco Di Mare, sia finita totalmente in orbita grillina. Nelle chat del Nazareno vengono riportate decine e decine di interventi durissimi di Costamagna contro il Partito democratico. Ci sono dubbi nel Pd anche nei confronti dell’altro conduttore che si vorrebbe scegliere per “Agorà”, Roberto Vicaretti, attualmente a Rai News 24. I messaggi della chat del Pd, non riferiti a Vicaretti, sono di questo tenore. “Dov’è finito il pluralismo della Rai? Andrà a finire che diserteremo ‘Agorà’ per protesta come abbiamo fatto per mesi con ‘Unomattina’ che viene condotto dal biografo di Matteo Salvini, Roberto Poletti”. Che Rai3 sotto la direzione di Franco Di Mare sia diventata una rete con una linea editoriale che tende a rispecchiare la linea del Fatto, a parte il Tg3 di Mario Orfeo, lo dimostra, secondo il Pd, anche la scelta dei conduttori del nuovo programma politico che andrà in onda venerdì sera. Oltre a Federica Sciarelli, che condurrà da Napoli, è stato scelto Gad Lerner, come co-conduttore da Milano. Quello stesso Lerner da poco sbarcato come editorialista al Fatto di Marco Travaglio.

 

Si intensificano i boatos di un possibile secondo mandato per Sergio Mattarella. Le forze politiche già si stanno muovendo per la corsa al Quirinale, ma non si vedono campioni ai nastri di partenza. E raccontano che ci sia già chi sta lavorando alacremente per un Mattarella bis.