Raffaele Trano foto Fabio Cimaglia / LaPresse

E nel bel mezzo della crisi, il M5s pensa alle espulsioni

Valerio Valentini

Crimi caccia Raffaele Trano, eletto presidente della commissione Finanze contro il volere dei grillini. "Una porcata, ma non mi dimetto", ci dice il deputato

A offenderlo, ci dice, è sopratutto "il modo". Raffaele Trano la definisce "una porcata", la scelta del suo capo politico Vito Crimi. Che ha di fatto imposto al capogruppo grillino alla Camera, Davide Crippa, di espellere il collega deputato. "Mi è stato mandato un messaggio da Davide, poi mi sono ritrovato la notizia sbattuta sulle chat interne, senza che potessi neppure capire davvero cosa stesse accadendo. È imbarazzante, è assurdo". È il Movimento 5 stelle. "C'è la gente che muore, l'economia del paese in ginocchio, il Parlamento nella palude e loro che fanno? Pensano bene di espellere un loro presidente di commissione?".

  

Sì, perché il problema sta tutto lì. In quell'elezione a presidente della commissione Finanze, il 4 marzo scorso. "Un'elezione democratica", rivendica Trano, commercialista di Formia, classe '79. Democratica ma convulsa, però. Perché il candidato scelto dalla maggioranza (M5s, Pd, Iv e Leu) doveva essere un altro: Nicola Grimaldi. Grillino pure quello, ma evidentemente ritenuto più affidabile. Solo che i leghisti, fiutando i malumori interni al M5s in commissione, prepararono il blitz, coinvolgendo anche Forza Italia, Fratelli d'Italia, gli ex grillini transitati nel Misto e - pare - anche un paio di cinque stelle dissidenti. E così, finì 20 a 19 per Trano.

  

"Quale regola avrei violato, secondo loro? Perché mi espellono?". Per lo stesso motivo per cui il Pd, nel 2008, espulse Riccardo Villari, eletto alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai contro il volere del suo partito, e poi asserragliatosi per mesi nel suo fortino. Sorte analoga a quella di Trano, pare. "Io di certo - dice lui - non mi dimetterò da presidente di commissione". Appunto. "Mi è stato chiesto di dimettermi e mi sono rifiutato. E ora mi espellono". Appunto. "Ma così si ritrovano con un presidente di commissione teoricamente ostile", sbotta. "Teoricamente", precisa poi, "perché in realtà continuerò a svolgere il mio ruolo in maniera imparziale. E con competenza".

  

E la sottolinea, Trano, la sua competenza. Ci tiene. "Mi stanno chiamando da giorni, i miei colleghi deputati e anche alcuni membri del governo del M5s. Mi chiedono una mano col decreto appena approvato, il Cresci Italia, che peraltro è imbarazzante. Ma qui nel M5s, del resto, di fisco non ci capisce quasi nessuno. per questo chiedono a me". E per questo, peraltro, Trano aveva organizzato il blitz in commissione. "Io sono un dottore commercialista", dice. Grimaldi, il prescelto, ha una laurea in Medicina. "Appunto. Quando sei malato vai dal medico, non dall'architetto. Allo stesso modo...". E la frase resta sospesa, a mezz'aria. "Ma loro - dice poi - non hanno capito che stanno facendo una sciocchezza, espellendomi. Quando si votò per il rinnovo del direttivo, io come candidato capogruppo presi 74 voti". E anche questa, di frase, resta monca. Come una minaccia, forse. O un semplice sfogo di rabbia. "E' una porcata, una porcata". 

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