Perché Lega e Fratelli d'Italia si fanno un po' di dispetti sovranisti
Il partito di Meloni in Liguria corteggia un consigliere ex Lega. La Lega in Emilia-Romagna aveva scippato l’ex capogruppo
Roma. Si fanno i dispetti, Lega e Fratelli d’Italia, ormai in aperta competizione per lo scettro del sovranismo italiano, quindi per la leadership del centrodestra. Dichiarazioni velenose, trattative serrate sulle candidature per le elezioni regionali, con Matteo Salvini che adesso propone la ridiscussione del patto siglato settimane fa (vorrebbe prendersi la Puglia, ma Giorgia Meloni non cede, nonostante le resistenze dei leghisti pugliesi, che non gradiscono affatto Raffaele Fitto) e introduce nuovi punti d’equilibrio geopolitici per sbarcare nel Mezzogiorno dalla porta principale.
In Liguria, per dire, il consigliere regionale Vittorio Mazza – subentrato dopo l’elezione di Edoardo Rixi alla Camera – ha lasciato la Lega, è passato al gruppo misto ed è molto corteggiato dal partito di Meloni. Un approccio, diciamo così, aggressivo che ha fatto infuriare i dirigenti regionali della Lega, parecchio adontati per il tentato scippo dell’ex consigliere, non ancora scongiurato. Mazza, riporta Primo Canale, spiega di essersene andato a causa di differenze “con la linea nazionale del partito, non per problemi a livello regionale”. “Nel 2010 sono stato cacciato dalla Lega per aver detto quello che la storia ha scritto, la vicenda dei rimborsi elettorali. Tra un anno magari la storia scriverà perché oggi me ne sono andato. Può darsi che un domani lo dica. Adesso vado via in punta di piedi, ma sicuramente avrò modo di dire il perché”, ha aggiunto l’ex consigliere leghista.
Ma le schermaglie vanno avanti da mesi su tutto il territorio nazionale. In Emilia-Romagna, prima delle elezioni regionali del 26 gennaio, Michele Facci si è dimesso da capogruppo di Fratelli d’Italia passando al Gruppo Misto e polemizzando non poco con il suo vecchio partito sulla composizione delle liste. Puntualmente, Facci si è candidato all’ultimo momento nelle liste della Lega, scatenando le proteste dei vertici regionali meloniani, che hanno accusato il loro ex capogruppo di “trasmigrare non per dissenso politico ma per motivi molto meno nobili” e la Lega di fare “campagna acquisti”. Insomma, ha detto la dirigenza emiliano-romagnola di Meloni, “Fratelli d’Italia ha accettato di sostenere la candidata proposta dalla Lega Lucia Borgonzoni e sta portando avanti su tutto il territorio dell'Emilia Romagna una campagna elettorale senza risparmiarsi in alcun modo, spiacerebbe dover constatare che mentre noi siamo nelle strade, nelle piazze, tra la gente, per rafforzare la candidatura di Lucia Borgonzoni e consentire un vero rinnovamento in Emilia Romagna dopo 50 anni di ininterrotto potere rosso, il partito che esprime la candidata presidente, e la stessa candidata, ricambino facendo campagna acquisti in casa nostra o peggio offrendo via di fuga a chi è in cerca di un approdo opportunistico”. Le proteste di Fratelli d’Italia sono state tuttavia inutili e Facci è stato eletto di nuovo in consiglio regionale (con 3.232 preferenze).
Pure a Viterbo, le baruffe sovraniste hanno aperto una dolorosa competizione: l’anno scorso l’allora assessora Claudia Nunzi e il consigliere comunale Antonio Scardozzi sono passati a Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni è pure riuscito ad aggiudicarsi l’ex segretaria comunale del Pd Martina Minchella, che inizialmente sarebbe dovuta passare alla Lega. Solo che i fratelli italo-viterbesi sono stati più lesti dei salviniani nell’ingaggio.
L'editoriale del direttore