Jole Santelli nomina Capitano Ultimo assessore all'Ambiente della regione Calabria (foto LaPresse)

Ultimo stadio della giustizia

Redazione

Perché diffidare della scelta della giunta calabrese di premiare De Caprio

Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, noto come “capitano Ultimo”, si occuperà delle numerose crisi ambientali della Calabria come assessore nella giunta presieduta da Jole Santelli. Quando avrà ottenuto l’aspettativa che ha chiesto all’Arma potrà esercitare appieno la funzione politica e, naturalmente, sarà valutato per i risultati della sua azione. Alcune premesse sono buone: non gli manca certo la tenacia, il carattere la volontà di contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti o nella manomissione edilizia. Oltre che nella lotta alla mafia, che lo ha reso famoso per l’arresto di Totò Riina, De Caprio ha dimostrato la sua tenacia, se possiamo dire così, nella lunga contesa con la burocrazia per la scorta che il Tar gli aveva tolto e alla fine il Consiglio di stato ha ripristinato o nella polemica con i magistrati che lo avevano addirittura accusato di collusione per non aver vigilato sul covo di Riina dopo l’arresto, imputazione dalla quale è stato prosciolto.

 

Però nella sua biografia c’è anche il modo esagitato con cui (insieme a Gianpaolo Scafarto, un altro carabiniere diventato assessore in una giunta di centrodestra a Castellammare) ha gestito le indagini sulla Consip, con una particolare attenzione ai familiari di Matteo Renzi, nel corso delle quali non sono mancati passaggi in cui sono emerse forzature nelle procedure. Non è dunque una persona accomodante e nemmeno molto portata alla riflessione, il che sembra poco consono a una funzione politica. La scelta di Santelli è dunque una scelta coraggiosa, al limite dell’azzardo visto che De Caprio, che pure si è impegnato ad agire in piena collaborazione con la “squadra” di governo calabrese, non è uomo di mediazioni e di compromessi, il che può essere lodevole solo se non implica atteggiamenti da giustiziere. Naturalmente le aspettative suscitate dalla popolarità del personaggio devono trovare una corrispondenza nei fatti, per non trasformarsi in delusione e abbandono. E questa è la sfida più difficile, liberarsi dall’immagine di un uomo della giustizia “così così”.

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