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Di Maio è illiberale, e se ne vanta
Accordo Lega-Pd per salvare Radio Radicale. Ma per il M5s è uno scandalo
Evidentemente Luigi Di Maio ci tiene a sgombrare i dubbi: no, il M5s non è cambiato, resta sempre e comunque quel partito illiberale che è. E dunque anche nel giorno in cui, in un fremito di dignità, il Parlamento dimostra che è ancora possibile fare in modo che maggioranza e opposizioni trovino talvolta un accordo trasversale per un fine nobile, ecco che il capo del M5s strepita e s’indigna per il sostanziale salvataggio di Radio Radicale. Uno scandalo, per Di Maio, confezionato “dai renziani del Pd” insieme alla Lega e a Forza Italia. “Una radio privata e di partito pagata coi soldi pubblici”, dice il vicepremier del M5s. E a dimostrazione dell’oscenità offre una prova inconfutabile: e cioè un tweet di esultanza di Laura Boldrini (ecco: a futura memoria di quei pensatori sinistrorsi che invocano l’alleanza tra Pd e M5s). E insomma la maggioranza gialloverde si è spaccata. Ma in verità, il cortocircuito è avvenuto tutto all’interno del M5s. Perché mercoledì sera, a Montecitorio, un’intesa di massima era stata trovata: i grillini – come dimostrano anche i resoconti della Camera – erano al corrente che il Pd avrebbe riformulato un emendamento per garantire a Radio Radicale, per il 2019, i tre milioni necessari alla digitalizzazione del prezioso archivio, nell’attesa di una nuova gara per la gestione del servizio radiofonico (che è servizio pubblico!). La Lega, come va ripetendo da settimane, avrebbe finalmente dato il suo sostegno, e il M5s avrebbe evitato di mettersi di traverso. Solo che poi Vito Crimi, ineffabile sottosegretario grillino che ci tiene proprio a passare alla storia – non avendo altre possibilità di rendersi memorabile – come il boia di Radio Radicale, è intervenuto in prima persona, come già aveva fatto all’epoca del voto alla Camera del “decreto semplificazioni”, e allora tutto si è intricato. Così questa mattina, anziché rimettersi alla decisione della commissioni Finanze e Bilancio come era stato preventivato, il viceministro Laura Castelli ha espresso il parere contrario del governo sull’emendamento Giachetti-Sensi. La Lega ha tenuto il punto e il governo, di fatto, è andato sotto. Anche in una giornata positiva, il M5s ha dato prova della sua sconclusionata grettezza.


Il popolo ha sempre ragione
Statista? Mah, Pertini capì solo che per piacere agli italiani basta poco

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