Mattarella va da Macron per celebrare Leonardo e riportare serenità sull'asse Roma-Parigi

Il presidente della Repubblica visita Notre Dame e il castello di Amboise per i 500 anni dalla morte dell'artista. Il capo dello stato prova così a rimediare ai disastri diplomatici del governo gialloverde

La visita a Parigi del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella per il cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci è l’occasione per provare a riportare serenità nei rapporti diplomatici con la Francia. Dopo i litigi sulla Tav, sul sostegno del M5s ai gilet gialli, la disputa Fincantieri-Stx e i migranti, fino ad arrivare al richiamo dell’ambasciatore francese a Parigi dello scorso febbraio, la ricorrenza di oggi ha avuto un notevole significato simbolico di distensione. "Sono qui per testimoniare l'amicizia tra Italia e Francia”, ha detto Mattarella durante la visita a Notre Dame, primo capo di stato straniero a visitare la cattedrale colpita dal grave incendio dello scorso 15 aprile. Il presidente della Repubblica ha ascoltato il racconto del capo cantiere, che ha spiegato come si sia svolto l'intervento dei Vigili del fuoco. "Notre Dame rispecchia un'importante componente della storia e della civiltà d'Europa", ha detto Mattarella. "Questo spiega perché in Italia le ore dell'incendio sono state seguite con angoscia e con affetto, perché tra l'altro, Francia e Italia condividono una grande sensibilità per il patrimonio culturale". Poi, insieme al presidente francese Emmanuel Macron, il capo dello stato ha visitato il castello di Amboise, dove Leonardo Da Vinci trascorse gli ultimi 3 anni della sua vita. I due capi di stato hanno deposto due mazzi di fiori bianchi nella cappella del castello che ospita la tomba dell’artista, morto qui il 2 maggio del 1519, dopo essere stato ospitato per tre anni dal re francese Francesco I.

 

Proprio Leonardo e le sue opere sono finite coinvolte nelle querelle sull’asse Roma-Parigi. Il sottosegretario ai Beni e alle attività culturali, Lucia Borgonzoni, ha rimesso in discussione gli accordi che prevedevano il prestito da parte dell'Italia di alcune opere di Leonardo alla Francia. La Lega, guidata dal vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e in cui milita la stessa Borgonzoni, ha trasformato la questione in una sfida diplomatica, prendendo di mira Macron. A essere messa in discussione in questa polemica, dicono i francesi, è l'identità stessa di Leonardo da Vinci. Nonostante le sue origini italiane, l'artista decise di trascorrere gli ultimi tre anni della sua vita in Francia, su invito del re e portando con se' il celebre quadro della "Gioconda".