Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

L'eterno ritorno di Berlusconi pronto a lanciare “l'altra Italia”

Redazione

Il leader di Forza Italia chiede a Salvini di bloccare il dl dignità e attacca: “La bolla di consenso che accompagna i partiti di governo si sgonfierà e la politica ricomincerà a contare e a farsi valere” 

Alla fine lo chiamerà “l'altra Italia”, o forse no, poco importa. Silvio Berlusconi, nonostante si avvicini agli 82 anni, non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua battaglia politica. Anzi, guarda già a quando il governo giallo-verde imploderà. E, almeno a parole, delinea i contorni di un nuovo progetto politico.

 

  

L'ex premier parla ai gruppi di Forza Italia riuniti alla Camera. Il tweet che annuncia l'appuntamento ha lo scopo, evidente, di creare attesa. “Ci aspetta un nuovo inizio” si legge. A Berlusconi il compito di spiegare in cosa consista.

 

Il ricordo di Marchionne

Il primo pensiero è per l'amministrazione delegato di Fca appena scomparso. “Marchionne - esordisce Berlusconi - era uno dei simboli positivi dell’Italia: non ha soltanto salvato posti di lavoro, ha dimostrato che ingegno, visione e competenza possono mettere le aziende italiane in condizione di essere protagoniste nel mondo globalizzato senza perdere le loro radici”.

 

L'Italia giallo-verde 

Quindi attacca l'esecutivo. A cominciare dal suo (ex?) alleato Matteo Salvini. “Questo governo - spiega - non è il governo scelto dagli italiani, non è il governo dei vincitori delle elezioni. Chi ha votato Lega ha votato il nostro programma, che è radicalmente alternativo a quello dei grillini. Sono idee opposte del futuro dell'Italia che si sono incontrate in nome di una polemica con il passato che può anche essere giustificata, ma non serve a governare”.

 

Berlusconi non ha dubbi: “Salvini è un grande comunicatore e Di Maio è brillante in tv, ma non durerà, ne sono sicuro. È importante comunicare bene un buon prodotto per esaltarne le qualità, ma non serve a nulla comunicare bene un prodotto mediocre, perché presto il pubblico se ne accorge. Non è lontano il momento in cui la propaganda non basterà più e gli italiani si renderanno conto della trappola nella quale si sono cacciati. La bolla di consenso che accompagna i partiti di governo si sgonfierà e la politica ricomincerà a contare e a farsi valere”. 

 

  

Per il leader di Forza Italia il primo provvedimento da fermare è il decreto dignità che, sottolinea, “non elimina il lavoro precario, elimina il lavoro, soprattutto per giovani, per i più deboli, per chi ne ha davvero bisogno. Aumenterà il lavoro nero, l'evasione fiscale e contributiva, l'assenza di regole su sicurezza, orari e malattie”. Per questo rivolge un appello a Salvini affinché blocchi “queste norme in nome di aziende, produttori e lavoratori, artigiani, commercianti e agricoltori che non hanno davvero bisogno di altre difficoltà da aggiungere alle tante con cui combattono già ogni giorno”.

 

 

L'altra Italia

Certo, Berlusconi sa bene che molti dei parlamentari presenti guardano con interesse al percorso del leader leghista e vedrebbero di buon occhio la possibilità di costruire un partito unico Lega-Forza Italia. Forse anche per questo l'ex premier prima ricorda che “le ultime elezioni sono state il primo passo del profondo rinnovamento di Forza Italia. Il 70 per cento dei nostri Parlamentari oggi sono deputati e senatori di prima nomina che hanno portato nei gruppi parlamentari un entusiasmo e un impegno davvero rilevante e che apprezzo moltissimo”. Quindi ricorda loro che “per far riprendere agli italiani un po' di fiducia nella politica dobbiamo ribadire il valore della coerenza. Non si può contraddire quello che si è detto fino al giorno prima pur di andare al governo e aspettarsi che gli elettori si fidino ancora dei politici”. 

 

“Essere coerenti - ribadisce - vale per tutti, a maggior ragione per chi ha chiesto voti in nome del cambiamento, della lotta alla vecchia politica, ai suoi metodi e riti. Anche in questo i grillini si sono dimostrati peggiori della politica che dicevano di voler cambiare”.

 

Chissà se basterà a evitare diaspore. Berlusconi ne è convinto, non potrebbe essere altrimenti, e quindi illustra i suoi progetti per il futuro. Cosa succederà una volta che la maggioranza giallo-verde sarà implosa? “Ritengo che questo incontro sia il punto di partenza per il nostro futuro: dobbiamo realizzarlo con una forma di democrazia di base. Forza Italia rappresenta la parte migliore degli italiani: la sinistra è legata ai vecchi disegni del secolo scorso e i populisti sospinti dall'invidia e dall'odio sociale non sono in grado di governare”.

 

“Dobbiamo saperci organizzare, individuare azioni da svolgere e dare a ciascuno di noi un preciso compito e precisa responsabilità - è il mandato che Berlusconi affida ai suoi -. La parola manager mi fa venire in mente ognuno di voi di Forza Italia: è come se ci fossero 300 manager, preparati negli studi e nel lavoro”.

 

Perché la fine della strana alleanza Lega-M5s, prosegue, “sarà il nostro momento di ridare una casa politica, un progetto serio, una speranza alla nostra Italia, 'l'altra Italia', quella che oggi sembra ridimensionata, ma che non è affatto scomparsa, anzi è la parte migliore, più forte e propulsiva nel nostro Paese. Non è scomparsa l'Italia concreta e laboriosa, l'Italia dei ceti produttivi che lavora e vuole lavorare, che non crede a illusioni e facili promesse e che non attende dallo Stato soluzioni a tutti i problemi, ma chiede solo di poter lavorare, crescere e produrre”.