Luigi Di Maio (foto LaPresse)

L'idea geniale di Di Maio per pagare il reddito di cittadinanza

Redazione

Il ministro spiega i passaggi che consentiranno a tutti gli italiani di avere non meno di 780 euro al mese. E le coperture? Non ce n’è bisogno

Luigi Di Maio ha svelato il trucco contabile che permetterà la realizzazione del reddito di cittadinanza, la proposta regina del programma elettorale del M5s. Nelle comunicazioni al Senato, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha spiegato i passaggi che consentiranno a tutti gli italiani di avere non meno di 780 euro al mese. Innanzitutto il reddito di cittadinanza non è una “misura assistenziale” ma una “misura economica”, e inoltre non è un “sussidio” ma un “volano”. Detto questo, Di Maio ricorda che il reddito di cittadinanza serve a creare lavoro e ad accompagnare il lavoratore, offrendo un sostegno al reddito, in cambio dell’impegno ad accettare almeno una delle tre proposte di lavoro che lo stato gli troverà, purché queste offerte siano “eque e non lontane alla residenza”. Sì, ma le coperture? Non ce n’è bisogno. Di Maio spiega – e qui si vede la mente di Pasquale Tridico, l’economista keynesiano hard che in campagna elettorale sarebbe dovuto essere il ministro del Lavoro e che invece è stato degradato a consigliere semplice – il moto perpetuo delle risorse: almeno un milione di persone inattive saranno spinte a cercare lavoro aumentando il tasso di partecipazione alla forza lavoro, in questo modo saranno considerate dalle statistiche forza lavoro disponibile, così aumenterà il pil potenziale e di conseguenza “si attiveranno risorse per 19 miliardi di euro”, che sono addirittura superiori di due miliardi al costo previsto. In pratica funziona così: spendi 17 miliardi che non hai, chiami gli inattivi “disoccupati”, poi chiami il sussidio “volano” e infine ti avanzano anche un paio di miliardi. Un’idea geniale, come l’automobile ad aria.

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