Crolla anche il mito del M5s difensore della libertà di stampa

Grillini senza Reporter senza frontiere. L'Italia guadagna posizioni nella classifica dell'organizzazione, che si dice ancora preoccupata dal Movimento. Bei tempi, quando i Cinquestelle potevano citare Rsf per sputtanare i giornalisti italiani

Enrico Cicchetti

L'Italia sale al 46mo posto nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere (Rsf). L'organizzazione ricorda che "in Italia 10 giornalisti vivono sotto scorta per le minacce di morte" e sottolinea che "violenze e intimidazioni sono a un livello allarmante e crescente, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia", ma nonostante tutto "coraggiosi cronisti continuano a svolgere le loro inchieste". La classifica, sulla cui attendibilità il Foglio ha più volte espresso delle riserve, era tuttavia un cavallo di battaglia dei grillini, che la usavano come un randello per accusare il giornalismo italiano di essere corrotto e fazioso. Ma già dall'anno passato, Rsf ha inserito il M5s tra i rischi per la libertà di stampa nel nostro paese: i giornalisti, secondo l'organizzazione, subiscono intimidazioni da “politici come Beppe Grillo, del Movimento 5 stelle, che non ha esitato a rendere pubblica l’identità dei cronisti che lo infastidiscono”. Anche quest'anno, Rsf scrive che "molti giornalisti italiani sono preoccupati dalla vittoria elettorale di M5s che spesso ha criticato i media e non ha esitato a fare i nomi dei giornalisti sgraditi".

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