Paolo Gentiloni (foto LaPresse)

Gentiloni scommette sull'orgoglio Italia

Redazione

Il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa di fine anno: “Il paese si è rimesso in moto. Il merito di questo è delle famiglie, delle imprese, del lavoro, di chi studia e di chi si prende cura delle persone”

In mattinata, qualche ora prima di iniziare la sua conferenza stampa di fine anno, Paolo Gentiloni aveva incassato l'ennesimo attestato di stima di Silvio Berlusconi. “È una persona gentile e moderata - aveva detto il leader di Forza Italia ospite di Coffee Break su La7 - credo che saprà gestire questo periodo con avvedutezza”. Parole che sintetizzano perfettamente, più di tante analisi politiche, il percorso del presidente del Consiglio. Arrivato quasi per caso a Palazzo Chigi nel dicembre dello scorso anno, oggi Gentiloni rappresenta in maniera inequivocabile un'Italia che ha rialzato la testa e che può, con orgoglio, rivendicare i risultati ottenuti.

   

 

Non a caso “orgoglio” è una delle parole che il presidente ripete più spesso durante la sua lunga conferenza stampa di fine anno. Un'occasione per fare il punto sull'anno appena trascorso ma anche su una legislatura che è ormai arrivata ai titoli di coda. Forse già oggi, infatti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le camere. La campagna elettorale entra nel vivo e, anche se Gentiloni resterà a Palazzo Chigi fino all'insediamento del nuovo esecutivo, da qui in avanti difficilmente si parlerà d'altro che delle dichiarazioni e delle promesse di Renzi, Berlusconi, Di Maio ecc.

 

Il presidente del Consiglio però, assicura che “il governo non tirerà i remi in barca, nei limiti della Costituzione e della prassi il governo governerà”. Dopotutto è quello che ha fatto in questi mesi. “Quest'anno - esordisce - oltre ad essere una conferenza stampa di fine anno, questo appuntamento ha anche un significato particolare. L'obiettivo del mio governo di arrivare alla conclusione ordinata della legislatura è stato raggiunto. A qualcuno può sembrare una mania, una formula, ma c'è di mezzo la Costituzione e c'è di mezzo l'importanza di evitare interruzioni brusche della legislatura in un momento molto delicato in cui l'economia italiana e in generale la nostra società stava leccandosi le ferite. Pensate quanto sarebbe stato grave e devastante avere un'interruzione drammatica della legislatura in un momento in cui l'Italia stava riprendendo fiato e, in alcune aree, si stava rimettendo a correre”.

 

Pensate quanto sarebbe stato grave e devastante avere un'interruzione drammatica della legislatura
in un momento in cui l'Italia stava riprendendo fiato

“Il mio governo è nato in circostanze molto difficili - prosegue Gentiloni - la sconfitta nel referendum costituzionale, le dimissioni di Renzi, le divisioni nella maggioranza. Ma detto questo, non abbiamo tirato a campare, il mio governo ha fatto pochi annunci ma non ha preso poche decisioni”. Il premier coglie l'occasione per elencarle. Anche se prima si rivolge direttamente ai cittadini: “La legislatura è stata travagliata ma allo stesso tempo, a mio avviso, è stata una legislatura fruttuosa. L'Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra. Il merito principale di questo è delle famiglie italiane, delle imprese, del lavoro, di chi studia e di chi si prende cura delle persone”.

 

“La politica - ha aggiunto - deve avere un certo ritegno nel considerare questa ripresa frutto di questa o di quella iniziativa. L'Italia si è rimessa in piedi grazie soprattutto all'impegno degli italiani. Non dilapidare questi sforzi è il primo impegno che i governi che verranno dovranno assumersi”.  

 

I numeri Perché le sue parole non restino semplicemente uno slogan Gentiloni elenca i risultati ottenuti. “Siamo fra i quattro e i cinque giganti mondiali dell'export”. “Il rapporto deficit/pil era al 3 per cento nel 2013, nel 2018 sarà all'1,6 per cento. Praticamente dimezzato”. “Durante la legislatura abbiamo creato un milione di posti di lavoro in più, ma c'è poco da rallegrarsi e tanto da insistere”. “La crescita ha preso un buon ritmo, oggi è al doppio delle previsioni di un anno fa. Il famoso fanalino di coda dell'Europa non siamo più noi”. “La nuova legge di Bilancio accompagnerà la crescita rispettando le regole e non aumentando le tasse”. “Abbiamo diminuito di oltre un terzo gli arrivi di migranti, il 70 per cento da luglio ad oggi con una diminuzione drastica dei morti in mare. I rimpatri sono passati da 1.200 a più di 20 mila e qualche giorno fa è stato attivato il primo corridoio umanitario dalla Libia”. “Abbiamo introdotto il reddito di inclusione, un provvedimento concreto per le famiglie in condizioni di povertà”. “Rivendico l'impegno per l'assunzione dei giovani, soprattutto nel Sud, l'attività di rammendo delle periferie, l'obbligatorietà dei vaccini”.

 

Il capitolo dei diritti purtroppo
è incompiuto ma è un capitolo storico, l'anno scorso le unioni civili, quest'anno il reato di tortura,
le norme contro il femminicidio
e il biotestamento

I rimpianti Gentiloni non nasconde comunque un certo rammarico per ciò che il suo governo non è riuscito a fare. Su tutto la legge sullo Ius soli. “Il capitolo dei diritti purtroppo è incompiuto - sottolinea - ma è un capitolo storico, l'anno scorso le unioni civili, quest'anno il reato di tortura, le norme contro il femminicidio e il biotestamento”. E sullo Ius soli precisa: “Il modo migliore per archiviare lo Ius soli per molti anni sarebbe stato far bocciare la legge. Non siamo riusciti ad approvarla. Capisco le polemiche, apprezzo Manconi, ma sia chiaro: anche se tutti gli assenti del Pd e di Liberi e uguali fossero stati presenti non ci sarebbe stato comunque il numero legale”. 

 

Richiamo ai giornalisti Trattandosi di una conferenza organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l'Associazione della Stampa Parlamentare, Gentiloni coglie l'occasione per un “misurato richiamo” alla platea che lo ascolta (e non solo). Lo fa parlando del terremoto: “Mettiamo in luce i segnali di ripresa di vita nei territori colpiti dal terremoto. Non è solo un dovere di governo. Penso che dare speranza e mettere in evidenza i segnali di ripresa in queste zone sia dovere dell'intera comunità nazionale”. 

 

Il Pd e la campagna elettorale Dopo aver garantito che il suo governo “non tirerà i remi in barca”, Gentiloni assicura anche che darà il suo “contributo alla campagna elettorale del Pd. Le forme e il modo le discuteremo insieme alla comunità di cui faccio parte. Il contributo ci sarà e non dovrà essere messo in stridente contraddizione con il ruolo di governo”. E a chi gli chiede se il calo di consensi mostri l'incapacità di chi gestisce il partito, risponde: “Io penso che il Pd abbia subito una scissione e mi auguro che le conseguenze non siano rilevanti. Penso che il Pd in questo contesto abbia tutto l'interesse ad apparire quello che è: una forza tranquilla di governo, questo e' il messaggio che il Pd a mio avviso deve trasmettere e trasmettendolo recupererà consensi perché la storia delle divisioni nella sinistra italiana ha due letture: i danni che provocano alle grandi forze storiche e che non sempre promuovere divisioni porta successo. Penso che dobbiamo avere molto a cuore la sinistra di governo”.

 

Ho accolto con un certo sollievo
che le audizioni della commissione siano finite perché non credo
siano state utilissime

Un sinistra di governo, ed è questo il passaggio in cui Gentiloni rende “omaggio” a chi lo ha preceduto, ben rappresentata sia dai ministri “di grande qualità” con cui ha lavorato ma anche da Enrico Letta e Matteo Renzi: “In Italia c'è una sinistra di governo, da Letta a Renzi al governo che io ho presieduto”. A questo punto, quindi, non resta che sperare che “il Pd abbia un buon risultato alle urne e che questo faciliti la costruzione di un governo”.

 

Quanto poi alla prossima campagna elettorale Gentiloni sa bene qual è il vero pericolo: “Il rischio è una campagna elettorale con diffusione di paure e dilettantismo. Questo è un rischio. Mano ci sarà, meglio sarà. Più faremo una campagna elettorale lontana dalla diffusione di paure e illusioni e meglio sarà per il paese”.  

 

Ilva, Alitalia, terrorismo e banche Nella conferenza stampa non potevano ovviamente mancare riferimenti ad alcune vicende di attualità. Su Ilva il premier rinnova l'appello a Michele Emiliano e al sindaco di Taranto affinché ritirino i ricorsi che stanno bloccando la vendita dello stabilimento (“dobbiamo evitare che la situazione arrivi a un punto di crisi gravissima in termini occupazionali e ambientali”). Su Alitalia l'augurio e che si possa arrivare “rapidamente” a una soluzione positiva: “Mi auguro che le offerte che sono sul tavolo possano essere anche migliorate e che ci sia, da parte di dipendenti, lavoratori, viaggiatori e utenti un gran senso di responsabilità”. E sul terrorismo Gentiloni ribadisce che “non siamo al riparo dalle minacce”, sulle banche il premier è chiarissimo: “Il sistema bancario ha risolto crisi rilevanti. Sulla sottosegretaria Boschi ho detto quello che penso e non ritengo utilissimo ripeterlo. Sulla commissione banche mi sono espresso: se il Parlamento decide di fare una commissione di indagine il governo non può fare altro che rispettare questa decisione. Dopo di che ho accolto con un certo sollievo che le audizioni della commissione siano finite perché non credo siano state utilissime”. 

 

I prossimi passi Ora tutto è nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Subito dopo la conferenza stampa il il premier Gentiloni ha incontrato il Capo dello Stato. Quindi al Quirinale sono arrivati i presidenti di Camera e Senato. In serata, al massimo domani, dovrebbe arrivare il decreto di scioglimento delle Camere. Le elezioni dovrebbero tenersi il 4 marzo.