Stop intercettazioni, adesso

Le intercettazioni vanno regolamentate, ma fare una legge adesso sarebbe inopportuno

Stefano Fassina
Girotondo trasversale (Pd, Forza Italia, Ncd, Lega, Sinistra) contro lo sputtanamento spacciato per libertà di stampa. Al Senato giace da mesi una legge già licenziata alla Camera. E’ ora di approvarla, o no?
Da garantista, penso che andrebbero depositate solo le intercettazioni strettamente necessarie al dibattimento e alla ricostruzione delle vicende oggetto del processo. Allo stesso tempo, però, reputo inopportuno l’appello del presidente del Consiglio al buon senso dei giudici, in un momento in cui il  governo si trova direttamente coinvolto nella vicenda giudiziaria. Per me è un richiamo strumentale, il tentativo di una retromarcia non opportuna. Ripeto, sono convinto che una legge sulle intercettazioni andrebbe discussa in un contesto meno segnato dalle emergenze; l’iniziativa poi dovrebbe partire dal parlamento e non da un governo che si trova coinvolto in prima persona in una vicenda davvero preoccupante.

 

Sulla base delle leggi, il pm dovrebbe valutare cosa è rilevante e cosa non lo è: un conto è l’atto dell’organismo di autogoverno o l’indicazione parlamentare, un altro è la sollecitazione dei giudici da parte del governo. Per questo motivo, a mio parere è quanto mai urgente intervenire sui conflitti di interesse, perché ogni volta rischiamo di confondere il dito con la luna. Le intercettazioni penalmente rilevanti vanno usate, ma al momento non è possibile intervenire sulla normativa che riguarda le intercettazioni. E lo dico da garantista.

 

Stefano Fassina è senatore di Sinistra Italiana, candidato sindaco a Roma

 

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