Stop intercettazioni, adesso

L'intercettazione deve servire per verificare l'ipotesi di reato, non per scomunicare

Gianluca Pini
Girotondo trasversale (Pd, Forza Italia, Ncd, Lega, Sinistra) contro lo sputtanamento spacciato per libertà di stampa. Al Senato giace da mesi una legge già licenziata alla Camera. E’ ora di approvarla, o no?

Se vogliamo essere un paese pienamente civile, dobbiamo regolamentare l’uso delle intercettazioni al di fuori delle aule di tribunale, altrimenti si vive nel Far West. Mi spiego: i magistrati devono poter valutare quali intercettazioni hanno rilevanza penale e quali no, però bisogna mettere un limite all’uso che ne fa la stampa. L’utilizzo sul piano giornalistico è legittimo quanto quello della magistratura, sia chiaro, ma vanno messi dei paletti, per il bene di tutti. Per il bene dei giornali  e della loro credibilità, prima di tutto, ma anche per quello dei cittadini, che hanno il diritto di essere informati e di venire a conoscenza di questioni che hanno una concreta rilevanza penale.

 

Ma perché diffondere informazioni penalmente irrilevanti? Queste, a mio avviso, andrebbero distrutte o secretate. D’altra parte, l’utilizzo anticipato di tali informazioni è un abominio che non può esistere in un paese civile. In assenza di una norma che metta nero su bianco delle regole precise, chiunque può utilizzare intercettazioni che non hanno rilevanza penale per sputtanare un avversario politico. O una persona non gradita. Questo però non è giustizia, ma solo un utilizzo barbaro di uno strumento che dovrebbe appartenere all’azione penale vera e propria. Perché altrimenti c’è il rischio, prima ancora di arrivare al processo, che l’opinione pubblica condanni una persona per una frase che nulla ha a che fare con l’indagine. E non è questa la giustizia di un paese civile?

 

L’autodisciplina delle toghe si concretizza in quell’organismo chiamato Csm, che ha altri temi da affrontare. Perciò credo che l’autogoverno della magistratura non sia sufficiente, per quanto si possa applicare il buon senso. Come dicevo, a nessuno viene in mente di limitare l’uso delle intercettazioni nel perimetro del procedimento penale. Certo, non si deve pensare: “bene, facciamo le intercettazioni a strascico e poi vediamo cosa rimane, se c’è qualche reato”. No, l’intercettazione deve servire per verificare l’ipotesi di reato.

 

Usare le intercettazioni per scoprire se quella persona è omosessuale o eterossuale, se ha l’amante o meno, è squallido e ne va della credibilità dei mezzi d’informazione. Appunto per questo, come dicevo, una norma di Stato sulle intercettazioni è urgente e non è più rinviabile. Perché non vogliamo più vivere nel Far West.

 

Gianluca Pini è deputato della Lega

 

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