Il sindaco di Roma, Ignazio Marino (foto LaPresse)

Casting di idee per portare (o riportare) Marino sulla #buonastrada

Marianna Rizzini
Un’associazione per Roma dal basso, né grillina né politica.

Roma. Con Ignazio Marino che vuole restare sindaco di Roma non fino al 2018, ma fino al 2023 (l’ha detto lui, due giorni fa), la cittadinanza che intenda portarlo sulla retta via (o riportarlo, a seconda dei punti di vista) che cosa fa? C’è chi resta perplesso al pensiero del sindaco ciclista alle prese con la Prenestina bis (sogno ma pure progetto), chi spera che il pasionario dei “diritti” non inciampi sul prossimo sciopero dei pizzardoni e chi si lancia sul “casting di idee” per la città: un concorso di proposte senza filtro, “dal basso” e “trasversale”, ma non nel senso grillino del termine, per “disarticolare” immobilismi lobbistici e protezionistici e liberare il piccolo sindaco inconsapevole che è in te: questo hanno pensato i fondatori di “Capitale Roma”, professionisti extra-politici che, non più tardi di due anni fa, hanno deciso di mettere in piedi una piattaforma anche web (www. capitaleroma.it) da cui partire per la caccia alle idee: si trattava di chiedere ai cittadini una proposta, un’intuizione, da far poi votare a una giuria in più tappe, come in un casting (giorno del giudizio definitivo: il 31 marzo, come si evince dal sito con countdown).

 

Di idee ne sono arrivate inizialmente quaranta, più di quanto i promotori si aspettassero, e ne sono rimaste in lizza una decina, votate, finora, da circa diecimila cittadini (ogni voto è “validato”, spiegano da “Capitaleroma”). Il video-manifesto dice già tutto: c’è un ragazzo dalla voce stentorea che invita a “ricapitalizzare” in senso umano la città, non attraverso la vita “verticale” (ognuno con i suoi simili nella sua rete professionale o di comunità), ma valorizzando la capacità “relazionale” che permette l’emersione creativa di un’altra “visione delle cose”. Tra le idee in lizza c’è “Aid your city”, racconta l’avvocato Barbara Pontecorvo, una dei soci fondatori: “La sottoporrei al comune anche domani mattina”, dice. Eccola: “I cittadini possono individuare un problema di decoro urbano, segnalarlo tramite cellulare o computer all’ente di riferimento e seguirne la risoluzione, evidenziando il tutto su una mappa pubblica”. (Cumuli di immondizia, sampietrini sconnessi, quartieri sconvolti dal passaggio delle troupe dell’ultimo James Bond: Marino sarebbe avvisato in tempo reale). Altra idea, oltre a quelle già portate in giro dall’associazione per i vari municipi (gran successo a Frascati), è quella della “metropolitana dei Castelli romani”, per la quale bisognerebbe attirare sponsor privati, altro obiettivo dei soci fondatori. Pontecorvo è convinta però che si possa fare a meno “del sistema delle lobby” e che si possa creare un “sistema di lobby al contrario”, mettendo a frutto le diverse esperienze dei singoli professionisti, per la realizzazione delle idee vincenti (che verranno sottoposte a una platea anche istituzionale al Teatro Ambra, alla Garbatella). Ci sono anche idee in sovrannumero (dal “carcere sostenibile” al “welfare anziani”), per cui sarà necessario un secondo casting. L’associazione, comunque, intende “strutturarsi” in vista di obiettivi più ambiziosi (Marino avvisato?).

 

[**Video_box_2**]La spinta originaria è arrivata dall’osservazione: “C’era un vuoto, a Roma, ma anche un blocco nel cosiddetto capitale umano”, dice Pontecorvo, e bisognava “andare oltre l’abitudine a vivere per insiemi omogenei, interessi omogenei, finalità omogenee”. L’associazione vorrebbe intanto sottoporre al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini l’idea “Made in Rome”, una delle più votate al casting (trattasi di “affermare il brand valoriale della città” e “tutelare, valorizzare e promuovere – anche internazionalmente – lo straordinario patrimonio storico, manifatturiero, romano di eccellenza…”).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.