Ansa

Piccola Posta

L'epoca in cui "si è di sinistra, ma di grande valore"

Adriano Sofri

Così Sangiuliano, con naturalezza e presumibile ingenuità, ha definito il suo professore, Sandro Staiano, autorevole costituzionalista. È ufficialmente liquidata la diatriba sull'egemonia della sinistra: ormai essere di sinistra è un demerito

Mercoledì il Corriere della Sera aveva una lunga intervista di Claudio Bozza a Gennaro Sangiuliano, che ha annunciato la sua candidatura al consiglio regionale della Campania, come capolista dei Fratelli d’Italia. A domanda su che cosa l’abbia spinto a cimentarsi, ha risposto: “Vorrei riprendere un discorso con i miei concittadini. Sono napoletano, nato nel centro storico, quartiere San Lorenzo. Qui ho fatto tutte le scuole, l’università e il dottorato in Diritto con un grandissimo professore: Sandro Staiano, notoriamente di sinistra, ma di grande valore”.


Quest’ultima sentenza mi è sembrata meritevole di venir estratta dalla contingenza e promossa a significare l’epoca. Sandro Staiano (Pompei, 1955) è un autorevole costituzionalista, e dal 2021 al 2024 ha presieduto l’Associazione italiana dei Costituzionalisti. Notizie che, insieme a molte altre, sono andato a leggere sulla scia della menzione dell’allievo Sangiuliano. Ho anche ascoltato una intervista di Lanfranco Palazzolo a Staiano, per Radio radicale, sulla Consulta e il fine vita, in cui il giurista spiegava  – un anno fa – che negli interventi della Corte costituzionale c’è effettivamente un “eccesso di ruolo”, ma che si spiega e si giustifica con un opposto eccesso di incapacità del legislatore – che nel caso esemplare del fine vita ha lasciato che scadesse il tempo assegnato per arrivare a una legge.

Questa improvvisata escursione in un campo infedele mi ha fatto pensare che si potrà trasferire alla stagione corrente la definizione di pansindacalismo che si impartì specialmente agli anni ’70, spiegandolo con una supplenza alla politica inadeguata: oggi dunque un “pancostituzionalismo”. Troppa grazia, forse. Oggi più che una supplenza, una invadenza e spesso un’usurpazione nei confronti del legislatore, vengono soprattutto dall’esecutivo. Il problema nuovo, e se non nuovo risorto, con la supplenza costituzionalista, più volte benedetta, quando c’è, viene dall’esempio americano, nel quale una dilapidazione a rotta di collo degli istituti democratici si è avvalsa di un’inversione di equilibri nella composizione della Corte Suprema. Campana che suona anche per la Corte costituzionale nostra, oltre che per la presidenza della Repubblica. 


Ma questa era una digressione del tutto casuale e inattendibile. Invece a colpire dev’essere quel “notoriamente di sinistra, ma di grande valore”. E poiché i guai che Sangiuliano ha dovuto passare – è stato anche ministro della Cultura, infatti – ci hanno persuasi di una sua fondamentale ingenuità, bisogna credere che l’abbia detto con tutta naturalezza, senza alcuna malizia. Così liquidando l’esausta diatriba sull’egemonia della sinistra eccetera. Benché di sinistra, il professore di Sangiuliano è di grande valore. E’ di grande valore, benché di sinistra. Nessuno è perfetto.