
Ansa
Piccola Posta
Segnalare all'altro le cose belle da guardare, in cielo e in terra
Un mercoledì sera con amici al Circolo Canottieri, sull'argine dell'Arno. Veniva voglia di guardarsi attorno con gli occhi di un turista della prima volta
Mercoledì sera Bruna ci ha invitati a cena al Circolo Canottieri, che sta sull’argine dell’Arno, appena sotto gli Uffizi. Antonella, Daniele e me. Più di noi che c’eravamo, non c’era Sergio. Era prima del tramonto, era fresco, il cielo era diviso a metà, nero a monte, azzurro e bianco a valle. Il tratto di Lungarno era chiuso alle auto per lavori, aperto ai pedoni. Molti, stranieri i più, alcuni camminanti, altri, i ragazzi, seduti sulle spallette. Veniva voglia di guardarsi attorno con gli occhi di un turista della prima volta. Come al monumento ai caduti di Mentana, coi due giovani garibaldini, uno morente e l’altro che lo sorregge e con l’altro braccio disteso punta la pistola, e sul braccio c’era un piccione, impostore della colomba della pace. E giusto sopra San Miniato al Monte, che è tutto impalcato, campanile e facciata, c’era un pezzo di arcobaleno, senza capo né coda, corto e grasso, i colori forti. A volte mi viene voglia di avere a che fare con gli sconosciuti, per allegria, specialmente quando c’è un arcobaleno – per non dire di quando c’è un’aurora boreale, allora mi viene da abbaiare e saltare. Ho avvertito gentilmente due giovani donne, giapponesi direi, dell’arcobaleno: l’hanno visto, sono state entusiaste, hanno continuato a ringraziare e fotografare. Già parecchie altre persone stavano guardando e fotografando.
Una coppia giovane, a cavalcioni sul muretto, che non vedevano niente perché si guardavano negli occhi, avvertiti sono stati contenti anche loro e hanno ringraziato. Ho continuato per un po’, il lungarno era pieno di passanti stranieri i più, a quelli che facevano una faccia sorpresa spiegavo che ero un dipendente comunale, per segnalare ai turisti arcobaleno e altri fenomeni celesti – di lì a poco sarebbe spuntata una falce di luna splendente, e nel frattempo, mentre eravamo ai Canottieri, era successo un lungo e fantasmagorico tramonto prima abbagliante poi scarlatto dietro un’arcata del Ponte Vecchio, che è una delle ragioni per cui si va lì, a cenare e guardare, chi la sa lunga e si siede dalla parte giusta del tavolino. Per di più l’Arno era un viavai di canoe arancione, di barconi guidati da poppa con un lungo palo, a mo’ di gondole benché tozze e non squilibrate, e perfino una specie di bateau mouche, e passeggere e passeggeri sembravano davvero felici di navigare in una così bella serata a Venezia. Provate, vedrete che anche in questa circostanza, di segnalare gentilmente le cose belle da guardare in cielo e in terra, le donne sono più pronte a capire e ringraziare, e gli uomini meno, impegnati a chiedersi se li stiate prendendo per il culo e comunque a mostrarsi un po’ seccati. E’ già tanto se non vi menano. Ha voluto offrire Bruna.