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Piccola Posta

Una virtuosa associazione di studenti del Virgilio

Adriano Sofri

Il suo promotore si chiama Antonio Maria Cutuli, detto Tonino, e da due anni organizza un concorso di poesia intitolato a un'amata ragazza che non c'è più, Maria Pellegrini. Un'iniziativa dai molti pregi. Riporto qui la poesia di Alice, una dei partecipanti

Ogni scolaresca ha una compagna, un compagno, che la tiene insieme, promuove le sottoscrizioni, raduna gli sparpagliati nelle gite, e tiene il conto dei presenti e degli assenti, a distanza di generazioni. Al romano liceo Virgilio si chiama Antonio Maria Cutuli, Tonino, la sua associazione ieri, fra perdite e guadagni, ammontava a 64 fra alumnae e alumni – due classi, più o meno. Cresceranno. Il Virgilio ha i suoi nomi egregi, e tutti gli altri. Sta per compiere cent’anni, e venti la sua modesta associazione.

Al nome di una ragazza amata che non c’è più, Maria Pellegrini, è intitolato da due anni un concorso di poesia dai molti pregi, a cominciare dalla qualità dei premi: ai 5 primi classificati 150 euro in buoni libro, alle altre e altri 18 partecipanti volontari un buono libro per 25 euro. Cifre di spirito poetico dotate. Leggere le poesie di ragazze e ragazzi, inquilini delle stesse aule, spettatrici delle stesse finestre, può indurre in tentazione di farsi un’idea dell’età che hanno ora. Ma bisognerebbe ricordarsene bene, dell’età che noi avemmo ieri e l’altroieri e prima. Mi vengono in mente le guance di pesca e la vita oltre il ponte, perché la finestra della mia classe dava sul ponte, e oltre stava, e sta, Regina Coeli. Il lusso del Virgilio, tra via Giulia e il Tevere.

Non farò una mia classifica delle poesie, ne copio una, per ragioni di spazio, è di Alice A., IV E, s’intitola “Tuer le père”.


Continui a ripetermi di andare,
Di ucciderti per creare me stessa.
Mi dici che non c’è da scappare
Che è un’altra parte del progresso.
Ma se io volessi restare?
Andare contro il filo delle moire,
Filare da me il mio tempo.
Non fa per me crescere.
“Tue ton père”
Continui a ripetere
Al mio orecchio.
Dovrei crescere.
Ma non lo so fare.
Come si fa a diventare
Ciò che non si è mai stati?
Continuerò a imitare,
Seguendo le sue orme,
Quello scemo di mio padre.