LaPresse/Vincenzo Livieri

Restituire il Virgilio agli antichi splendori

Adriano Sofri

Crolla un pezzo del tetto cinquecentesco dello storico ginnasio di Roma. Tutto questo, crollo, incuria, tarli, l’abusata via Giulia in genere, si addice a un Liceo classico

Grazie ad Antonio Maria Cutuli, Tonino, promotore instancabile e altruista di un’associazione fra gli ex-alunni del Liceo Virgilio a Roma, ricevo nella mia trasferta curda notizia del crollo di un pezzo, cinque metri, del tetto di tegole dell’ala cinquecentesca del Liceo. Per “il peso dell’incuria”, secondo l’efficace e offesa espressione dell’attuale preside; “forse per i tarli”, secondo un primo sopralluogo tecnico. Tutto questo, crollo, incuria, tarli, l’abusata via Giulia in genere, si addice a un Liceo classico. Da anni, passando da lì – si ripassa volentieri sul luogo del proprio ginnasio – trovavo tutto ingombrato assediato imbruttito da un enorme parcheggio in costruzione, che ha rubato, leggo ora, anche una parte del territorio del Liceo. Dopo aver sorriso di tutta questa metaforica fatiscenza, non dubito che la coalizione della mia generazione, quella di Tonino e Maurizio, con l’attuale classe liceista saprà aver ragione di incuria e parcheggi e restituire il Virgilio, come dicono le lapidi, agli antichi splendori. Sia detto in memoria dell’insigne capo bidello e custode dei nostri pomeriggi di straforo: Augusto.

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