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piccola posta

A margine di chi si impegna a smontare la "nazificazione" di Israele

Adriano Sofri

Eugénie Bastié, giovane brillante saggista, è intervenuta sul Figaro: un pezzo che colpisce perché ricorda in più passaggi che la situazione di Gaza è “l’orrore”, sebbene non possa essere assimilata a quella di Auschwitz

Nella Rassegna stampa internazionale di ieri David Carretta ha letto un articolo di Eugénie Bastié sul Figaro di mercoledì: “Il paragone fra Gaza e Auschwitz, che cosa rivela l’ossessiva nazificazione di Israele”. Bastié, giovane brillante saggista, commentatrice televisiva ed editorialista del quotidiano conservatore, cattolica, prendeva le mosse da un programma televisivo del fine settimana in cui Thierry Ardisson, un noto produttore, scrittore e conduttore (e “monarchico legittimista”) aveva esclamato, a proposito della Striscia di Gaza: “E’ Auschwitz, ecco, non c’è altro da dire!”.

Dice il sommario del Figaro: “La sbandata di Thierry Ardisson sul servizio pubblico è solo l’ennesimo sintomo di una nazificazione di Israele che permea il dibattito pubblico e mira a cancellare ogni sfumatura”.

Bastié ha rifatto la storia della “nazificazione” di Israele e del sionismo, ben più antica della reazione al 7 ottobre, e del suo effetto: la cancellazione delle differenze, oltre che “nel bilancio”, nel contesto – i milioni di ebrei discriminati deportati e sterminati non erano guidati da un’organizzazione terrorista, non avevano mosso un attacco costato più di mille morti, non avevano preso detenuto e mercanteggiato ostaggi… – e il capovolgimento delle responsabilità, col risultato di far passare Auschwitz per una punizione meritata. Riprendo l’intervento perché mi ha colpito l’attenzione che Bastié ha messo a ricordare, in più passaggi, che se la situazione di Gaza non può essere assimilata a quella di Auschwitz, è tuttavia “terribile”, è “l’orrore”. “Mentre la discussione si spostava sulla terribile situazione nella Striscia di Gaza…”.  “Qualunque sia l’orrore della situazione di oggi a Gaza…”. “Qualunque cosa si pensi, come dice Finkielkraut, della risposta israeliana…”. “Di fronte all’orrore della situazione di Gaza potrebbe sembrare ridicola la controversia sulla denominazione…”.  

L’argomento qui era l’infondatezza, o peggio la strumentalità propagandistica, dell’assimilazione di Gaza e Auschwitz, e la frase che gli aveva dato occasione. Non so fare a meno di pensare che sia almeno altrettanto importante, a questo punto – il punto degli altri 82 morti ammazzati di ieri, e dell’altroieri e di oggi e di domani e fino a quando, e del blocco agli aiuti, e del ribadito progetto trumpiano di fare di Gaza un altro mondo – riscrivere, Eugénie Bastié e chiunque altri, lo stesso articolo a parti invertite. “Qualunque cosa si pensi del confronto fra Auschwitz e Gaza, l’orrore della condizione della Striscia…”.

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