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piccola posta

Panettoni ai detenuti, di cose piccolissime il carcere tira ogni tanto un respiro

Adriano Sofri

Sono stati consegnati nel penitenziario Don Bosco di Pisa, una tradizione che ha superato i vent’anni, inaugurata da volontari presso il carcere e rappresentanti politici

Trascrivo, per rallegrarmene, la notizia sulla consegna dei panettoni ai detenuti del carcere Don Bosco di Pisa, che si è ripetuta ieri. È una piccola tradizione che ha superato i vent’anni, inaugurata da volontari presso il carcere e rappresentanti politici. A un certo punto un funzionario penitenziario di turno, stretto, chissà, fra l’invidia per la buona volontà altrui e la gelosia per la cattiva volontà propria, cercò il modo di rompere la piccola tradizione. Di cose piccolissime, materiali o simboliche, il carcere tira ogni tanto un respiro: tanto più quando la pandemia toglie il fiato. Ieri Irene Galletti, Lucia Ciampi, Stefano Ceccanti, Paolo Fontanelli, Maria Grazia Gatti, Alessandra Nardini, Andrea Pieroni, Antonio Mazzeo, parlamentari, assessori e consiglieri regionali e cittadini (esponenti del Partito democratico, di Leu, dei 5 stelle, di Sinistra civica ed ecologista) insieme al responsabile della Caritas, don Morelli, e ai soci della Coop pisana, hanno incontrato il direttore del carcere, Francesco Ruello, l’educatrice Alessandra Truscello e gli agenti penitenziari, e distribuito i panettoni ai quasi 300 detenuti presenti – qualche decina era in permesso. 

Un giorno si farà la storia del modo in cui le galere e i loro abitatori, carcerati e carcerieri, hanno attraversato il nuovo tempo della pandemia, la loro clausura nella clausura. Al suo secondo anno, il Natale del carcere trascorre nel pieno di una recrudescenza dei contagi. Il Don Bosco pisano, su cui pesano problemi annosi di strutture e di personale, è riuscito a sventare la circolazione del virus all’interno. I casi di detenuti positivi all’entrata sono stati trattati in modo da evitarne la diffusione. Quanto e più che negli ospedali dei liberi, la fatica di medici e infermieri oltre l’ordinario ha gran parte del merito di questo raro risultato.

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