Libertà, uguaglianza, fraternità

Adriano Sofri

La Corte costituzionale francese ha accolto il ricorso presentato dall'uomo che aveva aiutato i poveri che attraversano le Alpi dall’Italia di Ventimiglia alla Francia

La Corte Costituzionale francese ha dichiarato incostituzionale il “reato di solidarietà”. Era ricorso ai giudici supremi il signor Cédric Herrou, divenuto noto anche da noi per aver metodicamente aiutato i poveri che attraversano le Alpi dall’Italia di Ventimiglia alla Francia, senza chieder loro se fossero in regola con le leggi e i regolamenti. Herrou, un olivicultore di 39 anni, era stato arrestato più volte e condannato per questo. I giudici avevano accertato il disinteresse del suo operato, e un accusatore, chiedendo per lui alcuni mesi di carcere, aveva lodato la “nobiltà” della sua azione. L’anno scorso era stato condannato a una contravvenzione di 3.000 euro. In ogni stato di diritto la legge è sovrana, salva qualcosa che sta prima e sopra della legge stessa, quello che uno scolaro o una persona normale chiamerebbe umanità. La Francia ha il vantaggio di aver dato un nome, anzi tre nomi, a quello che viene prima e sopra la legge: libertà, uguaglianza, fraternità. La Corte Costituzionale francese l’ha detto così: “Dal principio di fraternità deriva la libertà di aiutare gli altri, a fini umanitari, indipendentemente dalla regolarità della loro permanenza nel territorio nazionale”. E l’Italia? Non ha quei tre principii, ha una canzone che parla di un pescatore, dei gendarmi e di un fuggiasco che ha fame e sete. Nemmeno un ragazzo sudanese o una donna incinta eritrea: un assassino.

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