Il ballo della Speranza sopra gli arsenali nucleari

Adriano Sofri

Si annuncia l’incontro fra il vecchio rimbambito Donald Trump e l’uomo-razzo Kim Jong-un

Pandora, la prima donna, scoperchiò il vaso e ne uscirono tutti i mali che da allora affliggono e umiliano gli umani. Tutti tranne uno, perché Zeus ordinò a Pandora di richiudere il vaso e la Speranza non ebbe il tempo di volarsene via anche lei. Oppure, così piace a me ma sarà piaciuto immaginare anche ad altri, la piccola Speranza si rannicchiò per lo spavento sul fondo del vaso, o si aggrappò ostinatamente all’orlo ricurvo, e restò dentro, l’ultima. Gli umani trasformarono via via la Speranza in una creatura pia e solenne, la impressero su una medaglia che sull’altra faccia aveva la disperazione, la spinsero verso un futuro sempre più lontano e la trasferirono dalla terra al cielo, fino a farne uno dei tanti nomi di Dio. Ora si annuncia l’incontro fra il vecchio rimbambito Donald Trump e l’uomo-razzo Kim Jong-un. Il colossale scherzo restituisce alla Speranza la fisionomia capricciosa, adescante, arbitraria e paradossale che fin dall’apertura del vaso le aveva rubato la Fortuna, facendone una derelitta beghina. Ieri, quasi controvoglia e a tradimento, sono stato preso anch’io da questa Speranza che balla con piede leggero sopra gli arsenali nucleari e i loro maschi guardiani. Io sono vecchio, non ho aldilà. Ho nipotine.

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