Una manifestazione a Dublino a sostegno del sì al referendum sui matrimoni gay del 2015 (Foto LaPresse)

In Cecenia i gay non esistono e non possono esistere

Adriano Sofri

La notizia di una retata di un centinaio di uomini sospetti di predilizioni omosessuali e la smentita delle autorità cecene

In Cecenia, nei giorni scorsi, sarebbe stata eseguita una retata preventiva (“profilattica”, dice a quanto pare la versione originale) di un centinaio di uomini sospetti di predilezioni omosessuali, alcuni dei quali sono noti personaggi dei media e della cultura. Nell’operazione tre di loro sarebbero stati senz’altro uccisi. Ne ha dato conto un’inchiesta della Novaja Gazeta che cita fonti interne alla polizia cecena e attivisti dei diritti umani. (Lo stesso giornale, ancora una giornalista, per ravvivare il ricordo di Anna Politkovskaja). Le autorità cecene hanno reagito con veemenza, hanno definito la notizia una menzogna o un pesce d’aprile, e hanno impiegato due argomenti degni di attenzione.

 

Il primo è un argomento di tipo classicamente logico, diciamo: “In Cecenia – hanno detto – non esistono gay, dunque è impossibile che siano stati arrestati, uccisi o perseguitati dal momento che non esistono”. Il secondo è un argomento di tipo morale, diciamo, a sua volta un po’ in contraddizione col primo: “In Cecenia non esistono gay, e se esistessero (ipotesi dell’irrealtà, nota mia) le loro famiglie provvederebbero a spedirli in un luogo dal quale non c’è ritorno”.

 

Questa storia orrenda e sottovalutata, direi, mi ha ricordato i miei trascorsi ceceni. Era un altro mondo, i ceceni erano ancora combattenti indipendentisti e non jihadisti, Putin faceva ancora le sue flessioni prima di costruire sulle macerie della Cecenia la sua scalata. C’era una guerra terribile, e tuttavia “le famiglie” provvedevano a ripulirsi dagli sfregi al loro onore, in particolare delle infelici ragazze violentate dai militari russi: un silenzio pieno di sospiri chiudeva i visi delle madri. E mi ricordo di quando, in una lingua di gesti parole mezzorusse e smorfie, povera in canna ma capace di andare all’essenziale, interrogai sull’omosessualità un mio ospite col quale avevo ormai una confidenza piena. Quando ebbe capito si irrigidì e scomparve. Dopo qualche giorno, in una notte senza fine in cui aspettavamo di ricevere notizie sugli italiani ostaggi di sequestratori, guardando altrove per la vergogna il mio amico mi disse che sì, sapeva che può esistere una cosa del genere, uomini che vanno con altri uomini, l’aveva saputa da un suo ufficiale quando era andato a fare il militare nell’esercito russo, ma in Cecenia no, in Cecenia quella cosa non esisteva. Molte cose sono terribilmente cambiate da allora in Cecenia: questa no. I gay non esistono, non possono esistere, tant’è vero che si arrestano e magari si uccidono, per confermarne l’inesistenza. Profilatticamente.

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