Arresto di Raffaele Marra (foto LaPresse)

Marra, Bernardini e la legalità a 5 stelle

Adriano Sofri

Quando ho sentito dell’arresto di tal Raffaele Marra mi sono ricordato alcune cose

Disinteressato al torneo infra e intra procure, ho tuttavia riconosciuto il nome di Sergio Scarpellini perché ascolto Radio Radicale, e mi ricordavo antiche circostanziate denunce di Rita Bernardini (e di Marcello Crivellini e altri militanti radicali) sulla quantità di palazzi romani che la sua famiglia affitta al parlamento alle regioni ai comuni e altri enti italiani, e di che tariffe grondano. Sono andato a verificare e ho trovato la frase lapidaria con cui lo Scarpellini commentò il fastidio provocatogli da Rita B.: “’A Bbernardini ha rotto er cazzo”. Quando ho sentito dell’arresto di tal Raffaele Marra, uno dei 23 mila dipendenti dell’amministrazione capitolina, mi sono ricordato anche che – a meno che la memoria mi tradisca – i consiglieri del movimento 5 stelle del Molise avevano dichiarato di non poter accettare la nomina di Rita Bernardini a garante dei detenuti della regione perché Bernardini Rita è pregiudicata (“Condannata nel 2008 a quattro mesi per cessione gratuita di marijuana, pena estinta per indulto. L’atto fu una azione di protesta compiuta insieme ai Radicali per chiedere la depenalizzazione della coltivazione della marijuana per fine personale e l’uso della cannabis a fine terapeutico”. Dopo di allora Bernardini ha proseguito la sua attività di coltivatrice diretta, benché alla magistratura aggiornata il fatto non sussista). E’ tutto.

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