Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci (foto LaPresse)

Pieni poteri al Presidente?

Rocco Todero

Il Governatore siciliano, Musumeci, si è mosso per l'attuazione dell'articolo 31 dello Statuto siciliano. Di cosa si tratta.

Da quando è stato necessario affrontare l’emergenza della diffusione del Coronavirus anche il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, si è reso protagonista di un iper attivismo normativo che non lo ha fatto di certo sfigurare davanti alle imprese degli altri governatori regionali.

Molteplici sono state le ordinanze con le quali, infatti, il Capo dell’amministrazione regionale ha cercato di anticipare o scavalcare i contenuti degli oramai famosi decreti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Senza entrare nel merito delle iniziative intraprese, si può affermare come il Presidente Musumeci, di certo in buona fede, si sia impegnato con particolare cura nel riuscitissimo tentativo di rendere sempre più confusionaria e incomprensibile la coesistenza di norme statali e regionali in materia di emergenza epidemiologica.

Nella giornata di giovedì 26 marzo, tuttavia, la solerzia del Governatore siciliano sembra avere raggiunto l’acme attraverso la deliberazione di Giunta regionale con la quale è stata approvata la proposta di dare attuazione all’articolo 31 dello Statuto siciliano.

Si tratta, in altre parole, del tentativo di rendere attuale una norma di rango costituzionale, che si potrebbe definire desueta,  secondo la quale il Presidente della Regione potrebbe provvedere a mantenere l’ordine pubblico, all’intero dell’Isola, assumendo la direzione della Polizia di Stato e richiedendo l’impiego delle Forze Armate.

Per quanto la disposizione prevista dell’articolo 31 dello Statuto sia tuttora formalmente valida ed efficace, l’istanza di farne applicazione rischia di apparire in questo momento come una provocazione indirizzata al Governo nazionale, una sollecitazione pungente che la stampa locale, infatti, si è affrettata a interpretare, forse con non troppa malizia, come richiesta del conferimento dei pieni poteri.

Non si comprende, infatti, come la direzione della Polizia di Stato da parte del Presidente della Regione possa conferire maggiore efficacia al mantenimento dell’ordine pubblico rispetto all’ordinaria direzione ministeriale e all’azione quotidianamente svolta da organi e funzionari statali che nel corso di molti anni e sul campo maturano la loro esperienza.

La storia della Sicilia degli ultimi decenni e le difficilissime sfide che sono state affrontate e superate anche sotto il profilo del mantenimento della sicurezza e dell’ordine pubblico non sembrano avere lasciato traccia della necessità di un’azione più incisiva da realizzare attraverso l’intervento del Presidente della Regione.

Leggendo la deliberazione di Giunta adottata da Musumeci e dagli Assessori, si scopre, poi, come, in realtà, l’attuazione dell’articolo 31 dello Statuto abbia un ben più ampio e diverso obiettivo.

Se da un lato, infatti, l’articolo 31 dello Statuto si limita a prevedere la possibilità di disporre della sola Polizia di Stato, ferma restando, invece, la facoltà di richiedere agli organi centrali l’impiego delle Forza Armate nell’Isola, tale ultima evenienza, dall’altro canto, è stata trasformata, nella deliberazione di Giunta, nell’istanza di consentire al Presidente della Regione di disporre anche di Esercito e Carabinieri, seppur di concreto con il Ministro della Difesa. Una richiesta, quest’ultima, che, stando al tenore letterale della norma dello Statuto, appare sconfinare davvero oltre il limite del consentito e assumere, quindi, i connotati di una rivendicazione ideologica di stampo autonomista quanto mai inopportuna in questo frangente.

Ciò che di più interessante emerge dall’atto deliberativo adottato qualche giorno addietro, però, è la volontà del Presidente Musumeci di non limitarsi a chiedere il comando della Polizia di Stato, e di potere intervenire, altresì, con norme speciali tutte le volte che dovesse essere necessario fronteggiare una condizione particolarmente difficile e deificata all’interno del territorio regionale.

Il Governatore siciliano, in altre parole, ha in mente di: 1) emettere ordinanze contingibili e urgenti (disposizioni, cioè, straordinarie e in deroga alle disposizioni di legge) tutte le volte che il Governo dovesse dichiarare lo stato d’emergenza con riguardo al territorio dell’Isola, 2) emettere ordinanze contingibili e urgenti per dare attuazione allo stato d’emergenza regionale eventualmente dichiarato dalla Giunta per motivi di sanità e di sicurezza (senza ulteriore specificazione, pertanto, la Giunta regionale potrebbe dichiarare lo stato di emergenza per motivi di “sicurezza”).

Quale attinenza possano mai avere le richieste di attribuzione dei predetti poteri normativi speciali, in grado di incidere sui diritti e sulle libertà fondamentali dell'individuo, con l’articolo 31 dello Statuto che si limita semplicemente a prevedere che “ Al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il Presidente della Regione a mezzo della Polizia di Stato…”, non è dato sapere.

Potrebbe essere, forse, il legame con i pieni poteri?