L'incontro con le famiglie, a Santiago, ha chiuso il viaggio del Papa a Cuba

“La famiglia è un'opportunità che va curata, protetta e accompagnata”, dice il Papa a Cuba

Matteo Matzuzzi
Francesco chiude il viaggio nell’isola caraibica e parte per Washington.

Il Papa definisce “la ciliegina sulla torta” l’incontro con le famiglie ospitato nella cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione a Santiago, ultimo momento del suo viaggio in terra cubana prima della partenza per Washington D.C., dove atterrà alle 16 locali di oggi, le 22 in Italia. “Senza famiglia, senza il calore di casa, la vita diventa vuota, cominciano a mancare le reti che ci sostengono nelle difficoltà, che ci alimentano nella vita quotidiana e motivano la lotta per la prosperità”, ha osservato Francesco, aggiungendo che “la famiglia ci salva da due fenomeni attuali: la frammentazione (la divisione) e la massificazione. In entrambi i casi, le persone si trasformano in individui isolati, facili da manipolare e governare. Società divise, rotte, separate o altamente massificate sono conseguenza della rottura dei legami familiari; quando si perdono le relazioni che ci costituiscono come persone, che ci insegnano ad essere persone. 

 

La famiglia, ha aggiunto il Pontefice, visibilmente a suo agio tra le numerose famiglie accorse nella cattedrale di Santiago, “è scuola di umanità che insegna a mettere il cuore nelle necessità degli altri, ad essere attenti alla vita degli altri”. Bergoglio ha lanciato un appello: “Nonostante le molte difficoltà che affliggono oggi le nostre famiglie, non dimentichiamoci, per favore, di questo: le famiglie non sono un problema, sono prima di tutto un’opportunità. Un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere, accompagnare”. Da qui, la necessità di guardare al domani: “Si discute molto sul futuro, su quale mondo vogliamo lascare ai nostri figli, quale società vogliamo per loro. Credo che una delle possibili risposte si trova guardando voi: vogliamo lasciare un mondo con le famiglie. Certamente – ha detto il Papa – non esiste la famiglia perfetta, non esistono sposi perfetti, genitori perfetti né figli perfetti, ma questo non impedisce che siano la risposta per il domani. Dio ci stimola all’amore e l’amore sempre si impegna con le persone che ama. Per questo, abbiamo cura delle nostre famiglie, vere scuole del domani. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri spazi di libertà. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri centri di umanità”. Oggi, ha sottolineato il Pontefice citando alcune esperienze risalenti a quand’era arcivescovo di Buenos Aires, “in molte culture vanno scomparendo questi momenti familiari, pian piano tutto tende a separarsi, isolarsi; scarseggiano i momenti in comune, per essere uniti, per stare in famiglia. Allora non si sa aspettare, non si sa chiedere permesso né scusa, né dire grazie, perché la casa viene lasciata vuota. Vuota di relazioni, vuota di contatti, vuota di incontri”.

 

[**Video_box_2**]Infine, l’invito a pregare per i due prossimi eventi che vedranno al centro la famiglia, l’Incontro mondiale di Philadelphia – che avrà proprio nella messa celebrata dal Papa il momento culminante, domenica prossima – e il Sinodo ordinario che si aprirà il prossimo 4 ottobre.

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.