Eugenio Corini (foto LaPresse)

Corini non piange mai

Maurizio Crippa

Domenica, sotto quel diluvio così poco palermitano, non si capiva più se era pioggia o lacrime

La zucca pelata ce l’aveva già quando ancora giocava, giocava bene, con la maglia rosa e nera. Domenica, sotto quel diluvio così poco palermitano, con l’acqua che gli colava dalla pelata fin dentro gli occhi azzurri, che non si capiva più se erano pioggia o lacrime, lui ci ha creduto, di poter fermare sulle “reti inviolate”, come diceva Ameri, la Banda degli Orfani. Ma oggi quella è la Banda Neocinica di Steve Pioli, non si poteva fare. Eugenio Corini era un capitano coraggioso e oggi è un tecnico di valore, tutto d’un pezzo. E non piangeva, no, sotto la pioggia di Palermo. Forse gli è venuto da piangere, ma per la stizza, soltanto dopo.

Quando, passata la trance agonistica, si è ricordato che ha un padrone che si chiama Zamparini, Maurizio “you’re fired” Zamparini. Così ha detto: “Ho chiesto al direttore sportivo Nicola Salerno un incontro. Adesso ci vedremo e ci confronteremo”. “Sarebbe sterile continuare a dire che mi gioco la panchina a Napoli, poi col Crotone in casa e così via. Penso che sia il momento di capire su chi puntare per le prossime 17 partite e per affrontare con orgoglio e dignità le partite che rimangono. In questo giochino di essere messi in discussione ogni partita io non ci sto”. Ecco, così fanno i bravi allenatori. Anche se hanno la sfiga di avere padroni più inaffidabili di Ansaldi quando perde palla. E da ragazzo religioso com’è, ad averlo saputo, forse domenica Joao Mario gli avrebbe dato una mano. Sotto il diluvio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"