Pablo Iglesias

Così Podemos si inventa i "giudici di partito" fedeli al governo

Maurizio Stefanini
In Italia molti di coloro che guardano con interesse a Podemos sono spesso accusati di essere parte di un partito dei giudici. In Spagna, nei negoziati in corso per la formazione del prossimo governo, Podemos ha improvvisamente avuto l’idea di creare giudici di partito.
In Italia molti di coloro che guardano con interesse a Podemos sono spesso accusati di essere parte di un partito dei giudici. In Spagna, nei negoziati in corso per la formazione del prossimo governo, Podemos ha improvvisamente avuto l’idea di creare giudici di partito. Così, per lo meno, è stata interpretata dalle associazioni dei magistrati un’idea esposta in un documento che lunedì il movimento di Iglesias ha inviato al Psoe, come possibile base per formare un esecutivo di coalizione “con garanzie”.

 

La proposta riguarda sia il Fiscal General del Estado, che rappresenta il capo del potere giudiziario, sia i membri del Tribunal Constitucional e del Consejo General del Poder Judicial che corrispondono alla nostra Corte Costituzionale e al Consiglio superiore della magistratura. Ma ci sono alcune evidenti differenze di composizione di questi organi rispetto agli omologhi italiani. Dei 15 membri della nostra Corte Costituzionale, cinque sono designati dal presidente  della Repubblica, cinque dalle Camere in seduta congiunta e cinque da collegi rappresentativi di Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Nel Tribunal Constitucional spagnolo, invece, quattro membri sono eletti dal Congresso dei deputati, quattro dal Senato, due dal governo e due dal Consejo General del Poder Judicial. A sua volta, nel Csm italiano ci sono il presidente della Repubblica, il Procuratore generale della Corte Suprema di Cassazione, otto membri eletti dal Parlamento in seduta congiunta e 16 eletti dai magistrati. Nel Consejo General del Poder Judicial, a parte il presidente del Tribunal Supremo che è più o meno l’omologo della nostra Cassazione e che è membro di diritto, tutti gli altri 20 sono eletti da organi legislativi, 10 dai deputati e 10 dai senatori.

 

Insomma, in Spagna il potere politico è  piuttosto influente. Ci sono però la garanzia del re, quella del Fiscal General e la generale preoccupazione di fare le nomine sulla base di competenza e merito. Ma il documento programmatico di Podemos dice invece che le scelte dovrebbero essere fatte anche per il loro “compromiso con el programa del Gobierno”. Cioè, bisogna nominare chi è disposto a obbedire al primo ministro, piuttosto che mettergli i bastoni tra le gambe. Un proposito che preoccupa, se si considera la posizione assertiva assunta dai dirigenti di Podemos nei confronti del regime chavista in Venezuela, dove i magistrati sono stati utilizzati come cinghia di trasmissione del potere esecutivo, anche contro l’opposizione.

 

Non solo, secondo Podemos dovrebbero essere selezionati con criteri analoghi anche il Fiscal Especial Anticorrupción, il Fiscal del Tribunal de Cuentas e la Abogacía General del Estado. E poi, fuori dal settore della Giustizia, anche una serie di altri incarichi nei campi di Economia e Fisco, Sicurezza ed Educazione. Tra questi ultimi, anche i direttori degli Istituti Cervantes, che forse dall’insegnamento dello spagnolo nel mondo dovranno passare all’insegnamento del benecomunismo. “L’elezione dovrà prodursi per consenso secondo la logica per cui le equipe di governo saranno necessariamente composte da persone capaci, con differenti sensibilità politiche, ma aderenti al programma del Governo del Cambio”, dice il documento. Ovviamente, “Governo del Cambio” è scritto maiuscolo. 

 

[**Video_box_2**]Prevedibile l’ira della  Asociación de Fiscales, organizzazione maggioritaria tra i pm spagnoli e schierata con il centro-destra. “È una delle maggiori aberrazioni che ho potuto ascoltare negli ultimi tempi”, commenta il portavoce  Emilio Frías. Ma anche la Asociación Progresista de Fiscales, omologa dell’italiana Magistratura democratica e solitamente più vicina a Podemos, fa osservare che “l’impegno con il governo di cambio” è in flagrante contraddizione con la “richiesta di indipendenza del pubblico ministero” che pure sta nel programma del movimento di Iglesias.

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