Che fine ha fatto Bernadette

La recensione del film di Richard Linklater, con Cate Blanchett, Bill Crudup, Emma Nelson. Judy Greer

Mariarosa Mancuso

Una simpatica stronza. Come dare torto a Bernadette, quando spiega alla figlia che la popolarità è sopravvalutata? C’è anche la versione per adulti: “Odiare il prossimo non ha mai fatto male a nessuno” (chi vorrebbe commentare parlando dei cretini da tastiera, sappia che per gustare il film serve un po’ di ironia). E come non applaudire quando la casa della vicina, una stronza antipatica che combatte una guerra contro i rovi infestanti, viene invasa dal fango della collina (i rovi impedivano al terreno di franare)?

 

Richard Linklater dedica il film alla madre Diane, morta un paio di anni fa – “La mia Bernadette”. Ecco perché, dopo essersi interessato molto di maschi (in “Boyhood”, girato in 12 anni con il protagonista che cresce davvero, o in “Tutti vogliono qualcosa”) e altrettanto di coppie (“Prima dell’alba” e i suoi due seguiti, “Prima del tramonto e “Prima di mezzanotte”), si interessa alle femmine. In particolare, alla talentosa e premiata architetta che nel film si chiama Bernadette Fox – Cate Blanchett, sempre magnifica anche quando la sceneggiatura vacilla. Ha lasciato il lavoro dopo la nascita della figlia Bee, ora adolescente, che vuole trascinare i genitori in Antartide (va da sé che l’architetta odia i pinguini, teme il mal di mare e ancora di più le navi affollate di crocieristi).

 

Nel romanzo di Maria Sample (in italiano da Rizzoli) i pezzi del puzzle Bernadette sono rimessi insieme dalla figlia. Qui lo spettatore fa meno fatica: la mamma, che porta gli occhiali neri anche in casa, si svela subito nelle sue bizzarrie, a cominciare dall’assistente vocale con il nome indiano. Divertenti i cenni sulla carriera precedente. La Bernadette di Lourdes ebbe 18 visioni, l’architetta si ferma a due. Una vecchia fabbrica risistemata usando paia e paia di occhiali per fabbricare pannelli e lampadari. Una casa costruita usando solo materiali trovati nel raggio di 20 miglia, discariche comprese. Poi il blocco, l’insonnia, tutte le pillole mischiate in un barattolo, perché i colori stavano bene insieme. Ora però la distratta e attaccabrighe mamma Bernadette non sa più cosa fa dormire e cosa leva la depressione.

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