CATTIVI VICINI 2

Mariarosa Mancuso

Il critico di Indiewire – recensiscono ogni titolo minimamente interessante, di produzione indipendente o no – gli assegna 91 punti su cento. Il critico di Variety – come dire l’oracolo, davano punteggi ai film quando ancora non eravamo nati – si ferma a 70. Il primo degli spettatori che si esprimono scrive: “Due ore di vita buttate via”. Divergenza d’opinione da film d’arte e cultura, l’eterna guerra tra lo spettatore pagante e lo spettatore pagato. Ma “Cattivi vicini 2” è un film demenziale à la Judd Apatow, dovrebbe succedere il contrario: i critici snobbano e gli spettatori applaudono. Tema: neogenitori in cerca di tranquillità contro rumorose confraternite studentesche: una “sorority” di ragazze toste capitanate da Chloë Grace Moretz. Fa da mentore Zac Efron: come nel primo film ha addominali tostissimi, la sua arma segreta. Il pacioccone Seth Rogen invece la tartaruga se la disegna addosso con il pennarello nero.

 

Nel film di Judd Apatow “Molto incinta” lanciava bastoni da riporto ai bambini nel parco. Come genitore lo ritroviamo migliorato, anche se la figlia sua e di Rose Byrne ha una passione per il dildo che mamma sempre nasconde e la piccina sempre ritrova, portandoselo in giro come la coperta di Linus (è una delle gag ricorrenti, scena dopo scena il ritroviamo il sex toy fucsia riappare in vari travestimenti, principessa o minipony). Genitori immaturi, possiamo spuntare il primo articolo dalla lista Apatow. Il secondo articolo fornito è “battute scorrette”: quante ne riusciamo a sopportare, compresi i finti ebrei ortodossi che dovrebbero farsi garanti della pace nel quartiere. Terzo articolo in consegna, le “battute volgari”: anche la bambina degli amici ha un vibratore per giocattolo, un po’ più realistico; si discute quindi sul tema “modello stilizzato o modello con gli ammennicoli?”.

 

Quarto articolo, ed è una novità: la parità tra maschi e femmine, anche di organizzare feste dove le donne comandano e arrivano vestite con la felpa. Novanta punti sono esagerati. Ma l’idea dei Minions umani (ragazze imbranate del college che sbagliano i lavori più umili), la simpatia di Seth Rogen e  la deliziosa stronzaggine di Rose Byrne conducono allegramente fino alla fine (al netto del doppiaggio, che non abbiamo ascoltato). Mancherebbe all’appello il nudo frontale del maschio, per essere veramente Apatow: c’è una variazione sul tema.

 

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