La modella Bianca Balti (LaPresse) 

La Bella di Lodi

Bianca Balti impegnata social: meglio tacere e far sognare, che parlare (e far dormire)

Ginevra Leganza

La modella è splendida come un impero non alla fine ma all’inizio della decadenza. E fa capire che è proprio il caso di leggere qualche libro in più, qualche cosa che porti oltre i consigli da partecipante ai programmi con gli amorazzi di Maria De Filippi

Bianca Balti, regina italiana della moda nel mondo, è sempre un incanto. Ma come tutte forse anche lei sente che il tempo passa e non si resta in auge per sempre... E se come scrive Leopardi moda e morte sono sorelle, sulle passerelle l’angoscia del tempus fugit è più spietata che altrove. Così la Bella di Lodi accantona la moda quando può, dilettandosi di moral coaching, svelando se stessa su Instagram, postando clippini motivazionali dedicati alle donne. Super ipnotica (sempre sarà), la modella alterna scintillanti lussuosi post con indosso vestiti-opere d’arte a una serie di video targata “A letto con Bianca”. Il titolo è un po’ losco, quasi azzeccato (gli sporcaccioni penseranno alla lingerie; le più maliziose vorranno prendere appunti?). Peccato cotanto titolo non rispecchi i temi, mosci e vani. Avvolta in felponi, tutoni e pigiamoni, la Balti raccoglie e restituisce i frutti del cimento intellettuale della sua vita.

 

Dice alle seguaci che dopo tanti anni ha imparato ad amare se stessa, che ha finalmente troncato con chi un giorno le ha detto “sei una donna difficile d’amare”. Quest’ultimo dettaglio scopre la vanità del suo svelamento: dove sia l’onta nell’essere difficili d’amare non è chiaro. Vuoi perché l’amore, maschio o femmina che tu sia, quando mai è stata una cosa semplice. Vuoi perché è quasi un complimento se un uomo ti dice che fa fatica a capirti. Significa che sei una chimera, che vieni dal pianeta dei misteri (proprio tutto bisogna spiegare?), e non è mica cosa dappoco. La diva si rivolge al suo folto gregge (1,1 milioni di follower) esortando all’amore per sé, che certo non è scontato, ed è bellissimo, ma essendo più prossimo all’onanismo è anche meno complesso dell’amore per l’altro che, si sa, vuol dire attrito, passione, incomprensione, delusione e varie amenità… La top model parla e parla e si profonde in slanci solidaristici nei confronti delle sorelle: salvasse una sola di noi, ci salverebbe tutte. Caspiterina. Ma salvare da cosa, scusa? Da un cuore che si strugge perché non ci capisce? Dagli inestetismi del tempo che basterebbe tamponare in palestra o, ancora meglio, subordinare a pensieri un po’ meno egotici? Chissà. Ma quante chiacchiere. 

 

Nel 1857, nel suo Sonetto d’autunno, Baudelaire scrive un verso che scolpisce la donna nello spirito del tempo. “Sii bella e taci!” dice il poeta. Altri mondi, altri tempi. A ridosso dell’inverno ‘21/’22 puoi esser figa e – che bello – puoi anche parlare, ma certo devi avere qualcosa da dire. Ed è questa la morale che la Bella di Lodi indirettamente insegna allorché ripone i panni da shooting e pontifica dal lettone. Se oggi esiste questo privilegio di poter esser belle e per giunta parlantine, se si ha finanche un pulpito social – sia pure un lettone – è chiaro che bisogna trovare qualcosa di meglio da proferire dell’ama te stessa-cellulite annessa (che noia). Insomma, se com’è legittimo non si vuole morire babbione, declinando col corpo, se si vuole nutrire anche lo spirito, bisogna attrezzarsi un po’ meglio per costruirsi un mondo mentale e rendersi interessanti. 

 

Da Baudelaire a Verlaine, Bianca Balti è splendida come un impero non alla fine ma all’inizio della decadenza. E fa capire che è proprio il caso di leggere qualche libro in più, qualche cosa che porti oltre i consigli da partecipante ai programmi con gli amorazzi di Maria De Filippi. Grazie a lei apprendiamo una doppia lezione: 1. bisogna guarnirsi meglio, magari leggendo Epicuro, per avere un mondo proprio da esibire – e le sorelle così motivare; 2. non si parla per dire nulla. In quel caso forse è meglio Baudelaire: meglio tacere e far sognare anziché parlare e far dormire.

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