Khalid el Bakraoui, uno degli attentatori di Bruxelles

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Salah e Bakraoui, le rotte del jihad verso l'Italia

Mario Sechi
Fonti dell'intelligence italiana dicono che l'attentatore di Parigi e quello di Bruxelles passarono dal nostro paese alcuni mesi prima di colpire. Entrambi arrivavano dal Belgio, lo stato senza stato. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
San Sisto III, Papa.

 

Titoli. Lunedì dell’Angelo, i giornali non sono in edicola, List passa i titoli in real time. Lahore, altra tappa del global jihad. Diamo le coordinate minime, quelle che servono per orientarsi nel mondo:

 

 

In questa città del Pakistan di oltre 11 milioni di abitanti (la seconda metropoli del paese dopo Karachi, una delle prime trenta del mondo) i talebani ieri hanno compiuto una strage di cristiani. Famiglie che festeggiavano la Pasqua in un parco. Ecco il bilancio finora: oltre 70 morti, moltissimi i bambini. Nel frattempo, continua il sonno dell’occidente, bastava dare un’occhiata ai commenti degli “utenti” quando Facebook per errore ha attivato il Safety Check in Italia. Il selfie dell’ignoranza. Ci sveglieremo? Piovono fatti che dovrebbero far drizzare le antenne. Scrive Repubblica.it: “L'attentatore suicida che si è fatto esplodere all'interno della stazione della metropolitana di Maelbeek di Bruxelles, Khalid el Bakraoui, è transitato nell'estate del 2015 in Italia, diretto in Grecia. A rivelarlo sono fonti dell'antiterrorismo italiano a Sky Tg24”. E allora vediamolo, lo scoop del di Sky:

 

 

 

Tutto torna. Basta unire i puntini. E guardare la realtà per quello che è (una guerra), senza scambiarla con i propri desideri. Andiamo avanti. Federico Rampini ha scritto su Repubblica l’altro ieri che “il Belgio non è uno Stato fallito”, citando l’alto reddito pro-capite, la longevità media, la qualità dell’istruzione. Numeri senza dubbio importanti, ma da soli non bastano a fare uno stato, una nazione, una comunità consapevole del proprio spazio. Il titolare di List ha già affrontato il tema: il Belgio è uno stato fallito. La libertà frou frou del Belgio è una minaccia per l’Unione europea nel momento in cui quello spazio – i confini, esistono - viene utilizzato dai terroristi islamici come una piattaforma logistica per preparare e lanciare attacchi. Il rosario di fatti ormai è lunghissimo: si parte dal 9 settembre 2001, con l’eliminazione in Afghanistan del comandante Massoud (uno degli assassini, Abdessatar Dahmane, frequentava una moschea a Molenbeek; l’uomo ferito e arrestato qualche giorno fa a Schaerbeek, Abderahmane Ameroud, è anche lui implicato nell’assassinio di Massoud) e si arriva fino a oggi. Il Belgio è uno stato talmente fallito da non esser riuscito a evitare ieri una manifestazione di hooligan in piazza della Borsa, nonostante vi fosse un divieto. E’ così fallito che il sindaco di Bruxelles (leggere Le Soir) s’è detto “scandalizzato” per quella manifestazione e ha attaccato furiosamente Jan Jambon, il ministro dell’Interno che s’era dimesso dopo gli attentati del 22 marzo (dimissioni respinte dal primo ministro) e ieri ha dato un’altra prova di totale inadeguatezza, come tutto l’esecutivo. Non solo, il sindaco ha rivelato che la piazza era stata presidiata e tutte le manifestazioni vietate perché lo stesso Jambon l’aveva avvisato di altre minacce imminenti. Il sistema politico di quel paese, semplicemente e inesorabilmente, non ha senso. Belgio, stato fallito. E buona Pasquetta a tutti.

 

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Renzi negli Stati Uniti. Il presidente del Consiglio domani vola in America. Agenda: un po’ di appuntamenti con aziende e la business community italiana negli Stati Uniti, poi il 1° aprile il summit sulla proliferazione nucleare a Washington.

 

Il vertice sulla sicurezza nucleare. Ecco l’agenda dei lavori aggiornata al 25 marzo.

 

Potenze nucleari. Chi ha la Bomba? Una mappa interattiva di Cnn.

 

Immigrazione, si cambia rotta. La via di ingresso in Europa dalla Turchia alla Grecia si sta chiudendo. Questo per ora sembrano dimostrare i dati raccolti dalle Nazioni Unite.

 

 

28 marzo. Nel 1854 il Regno Unito e la Francia dichiarano guerra alla Russia. E’ la guerra di Crimea.