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Dopo i dossieraggi urge il ritorno delle guarentigie nell'agenda garantista del futuro

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Donatella Di Cesare è impagabile. In un’intervista concessa (o richiesta?) al quotidiano la Stampa ha cercato di giustificare l’ingiustificabile, ovvero il suo post, rapidamente cancellato, per la scomparsa della “compagna Luna” (Barbara Balzerani). In estrema sintesi, la docente della Sapienza ci ha spiegato che occorrerebbe aprire un dibattito sugli Anni di piombo per capire e contestualizzare, ça va sans dire, le sue parole. Alla domanda sul perché avesse scelto di dare l’addio con “malinconia” alla brigatista, la professoressa che ripudia tutte le guerre ha risposto che aveva pensato alla “Malinconia di sinistra” di Walter Benjamin, uno dei suoi filosofi prediletti. Ma nel saggio apparso nel 1937, Benjamin ce l’aveva con gli intellettuali di sinistra tedeschi ed europei, depressi e melanconici, ridottisi a “creare, dal punto di vista politico, non partiti ma cricche”. La conclusione era senza appello: “Questo radicalismo di sinistra è proprio precisamente quell’atteggiamento a cui non corrisponde più nessuna azione politica”. A qualcuno dovrebbero fischiare le orecchie. In un libro pubblicato per la prima volta in Francia nel 2003, “Storia del mal di vivere. Dalla malinconia alla depressione”, lo storico Georges Minois si chiedeva se non fossimo di fronte “a una sorta di bivio fra l’idiozia e la depressione, fra un avvenire di imbecilli felici o di intellettuali depressi”. Ho l’impressione che in Italia, vent’anni dopo, quel dilemma non sia stato ancora sciolto.
Michele Magno


Al direttore - Non vedo esponenti di sinistra tra i politici oggetti di dossieraggio: un caso?
Luca Martini

Temo di no. Ma in ogni caso ha ragione il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari. C’è solo un modo per far sì che, nella repubblica dei dossieraggi, il mestiere del parlamentare sia messo al sicuro dalle esondazioni giudiziarie: mettere il ritorno delle guarentigie al centro dell’agenda garantista del futuro. 

 

Al direttore - Su mandato dell’on. Nicola Zingaretti, ai sensi della normativa vigente, sono a chiedere la rettifica di quanto affermato nell’articolo pubblicato nell’inserto di oggi, 7 marzo 2024, a firma del dott. Pietro Guastamacchia, avente il seguente titolo “Zingaretti ha un piano: così vuole portare Conte e il M5s nel Pse”. In detto articolo si rappresentano plurime circostanze non corrispondenti al vero e nel dettaglio. In primo luogo, si afferma che il mio assistito sia “certamente” intenzionato a candidarsi nelle prossime elezioni europee, al punto di ordinare un photoshooting a Roma, insieme all’on. Marta Bonafoni, probabile capolista nella circoscrizione del centro.  Detta affermazione non corrisponde a verità e, pertanto, deve essere rettificata. Oltre a ciò, nell’articolo viene attribuita all’onorevole Zingaretti una serie di attività di contatto e relazioni con il M5s e il suo rappresentante, l’on. Giuseppe Conte, finalizzate a siglare una sorta di patto elettorale, al fine di convogliare, poi, i voti espressi dagli eventuali eletti del M5s verso il Pse. Anche questa affermazione non risulta corrispondente a verità, in quanto il mio cliente, a oggi, non avendo neppure deciso circa la sua candidatura, è ancora più distante dall’intraprendere dette attività a carattere politico, che non possono prescindere dalla preliminare decisione di candidarsi alle elezioni europee. Questa rettifica si è resa peraltro necessaria perché, negli ultimi mesi, questo giornale ha sistematicamente attribuito condotte e affermazioni all’on. Zingaretti non corrispondenti alla realtà dei fatti. L’insistenza e l’attenzione con cui il Foglio si preoccupa di anticipare eventuali intenzioni dell’on. Zingaretti, senza curarsi minimamente di rispettare la verità comportamentale dello stesso, costringe a porre un fermo e un richiamo a simili condotte. Certo che la richiesta di rettifica troverà lo spazio e la collocazione, quantomeno equipollente a tutti gli articoli che negli ultimi sei mesi il Foglio ha dedicato al mio cliente, porgo cordiali saluti. 
avv. Francesco Scacchi 


Sarebbe stato sufficiente, gentile avvocato, dire che non è vero, e che è certo che il suo assistito non si candiderà. Con la sua lettera, invece, gentile avvocato, lei ci sta dicendo che è impossibile attribuire una volontà “certa” al suo assistito e dunque non sta smentendo quello che il Foglio ha scritto, ovvero che Zingaretti si candiderà. Prendiamo atto invece della vostra precisazione relativa alle mosse di Zingaretti in Europa, ma avendo in passato Zingaretti definito Giuseppe Conte “un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste” (ai sensi dell’intervista vigente del 20 dicembre 2019) non possiamo essere sicuri che la volontà dell’ex segretario di non utilizzare i suoi ottimi uffici in Europa per mediare con il Pse sia certa (ma comunque la registriamo). Certi della sua comprensione, la ringraziamo di cuore.

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