Giorgia Meloni - foto Ansa

Lettere

Anche Meloni ama evocare nemici invisibili, mostri da combattere

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Confesso che il passaggio più debole della pur efficace conferenza stampa di Giorgia Meloni mi è parso quello sull’oscuro mazziere che “vuole dare le carte”. Massimo Introvigne, tra i massimi studiosi delle società segrete e delle religioni minori, ha definito “metafisici” i complotti le cui finalità sono talmente astruse e vaghe da sfuggire a qualunque comprensione, talvolta perfino a quella degli stessi complottisti (“Gli Illuminati e il Priorato di Sion”, Piemme, 2005). Ciò significa che laddove la ragione fa cilecca, ci si affida a una volontà imponderabile come i fatti che essa intende determinare. La storia italiana presenta un vasto campionario di complotti metafisici.
Michele Magno

Il gioco è sempre lo stesso. Si disegnano nell’aria nemici invisibili. I nemici invisibili vengono  descritti in modo vago, per dare la possibilità a tutti di identificarli come meglio si crede. I nemici invisibili diventano temibili mostri da combattere. I mostri da combattere vengono presentati come nemici della libertà e accostati ai propri avversari politici. I creatori di mostri invisibili e inafferrabili si spacciano come gli unici in grado di sconfiggere quei nemici. Le opposizioni ci cascano e piuttosto che ignorare il gioco scendono sul terreno suggerito dagli avversari. Rileggersi in fretta George Lakoff: “Non pensare all’elefante!”.

Al direttore - Mi sembra difficile che, come ha detto la premier Giorgia Meloni, la mancata ratifica da parte dell’Italia del modificato trattato sul Mes possa, almeno per ora, indurre i 19 paesi firmatari a condividere una radicale trasformazione del Meccanismo considerando come non apposta la loro firma per ratificare la riforma. Oltretutto, si determinerebbe un precedente. Meglio sarebbe riflettere distintamente su opzioni di questa fase e sulla prospettiva. Oggi, richiedere che si decida, a livello di partner europei, su materie strettamente collegate al Mes prevedendo altresì l’approvazione di un adeguato percorso parlamentare per l’eventualità che si intendesse fruire dell’intervento del Mes, sarebbe, nel breve termine, una linea più realistica. Per sciogliere lo “gnommero” che si è determinato, non si può pensare che la soluzione sia solo italiana: occorre trovare un bilanciamento tra le diverse posizioni. Diversamente, si deve solo sperare, non so quanto validamente, che con il passaggio del tempo maturino le condizioni per imboccare, a livello europeo, una via alternativa, mentre nessuno può assicurare che anche i sistemi bancari in solide condizioni non possano essere aggrediti da una crisi quale quella finanziaria globale poi concentratasi in Europa e nell’intreccio debiti pubblici-banche, che abbiamo già vissuto. Con i migliori saluti.
Angelo De Mattia 

Al direttore - Il Pnrr indica, tra le riforme strutturali, il riavvio del meccanismo di approvazione annuale della legge di promozione della concorrenza (in Italia interrotto nel 2017, anno cui risale per l’appunto l’ultima legge sulla concorrenza). La decisione di intervenire sulle concessioni balneari fu presa dal Consiglio dei ministri successivamente, dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di stato e in considerazione della concreta possibilità di una conclusione sfavorevole della procedura europea di infrazione. Esisteva, tra l’altro, il concreto rischio che le concessioni affidate senza gara, in assenza di un intervento legislativo che le stabilizzasse temporaneamente, finissero per essere disapplicate dai giudici anche penali, cosa che peraltro in alcuni casi era già accaduta. Il governo Draghi reputò necessario intervenire non solo per migliorare la qualità dei servizi e per valorizzare i beni demaniali, ma anche per dare certezze al settore.
Paola Ansuini, già portavoce di Mario Draghi a Palazzo Chigi

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