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lettere al direttore

La Serie A contro i siti di scommesse, ma poi guardi la Premier e…

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Il Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli stima la spesa nel 2022 delle italiche giocate in oltre 136 miliardi di euro (erano 111,7 miliardi nel 2021). E almeno a venti miliardi di euro ammonta il giro d’affari delle scommesse clandestine (in cui pascolano le mafie). Una cifra che supera il costo dell’intera sanità pubblica nell’anno passato. L’Italia è sempre più un paese di “poveri benestanti” (copyright di Alberto Brambilla).
Michele Magno

A proposito di scommesse. Qualcuno avrà il coraggio di ricordare che tra le ragioni che hanno portato ad avere un calcio in Italia un po’ più povero, oltre all’immobilismo sugli stadi causato da una burocrazia oscena, incapace di ribellarsi ai comitati di quartiere per combattere la deriva del nostro mondo pallonaro a essere sempre più casalingo e sempre meno internazionale, c’è un tema che ha a che fare proprio con le scommesse? Decreto Dignità, anno 2018, articolo 9, comma 1: divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, che riguardi giochi o scommesse con vincite di denaro, in qualsiasi modo effettuata e su qualunque mezzo. Incluso anche il calcio. Incluse le magliette dei giocatori. Ricavi eliminati stimati: 150 milioni di euro. Ora: accendete ad agosto la tv, guardate qualche partita inglese, osservate le magliette delle squadre della Premier League e avrete una voglia matta di andarvi a fare una birra con Jack O’Malley. Scommettiamo?

 


 

Al direttore - Il loquacissimo neo prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, Víctor Manuel “besame mucho” Fernández,  in una delle sue interviste si è prodigato in un funambolismo lessicale che a proposito delle benedizioni delle unioni same-sex gli ha fatto prima dire –  semplifico – che non c’è nulla che possa essere paragonato al matrimonio e che per questo vanno evitati riti e benedizioni che possano creare confusione e far pensare che matrimonio è anche altro, salvo poi aggiungere un secondo dopo che “se una benedizione è data in modo tale da non causare quella confusione, dovrà essere analizzata e confermata”, con tutto ciò che ne consegue. Importante anzi fondamentale è che sia una Chiesa accogliente. Ma sono in molti a chiedersi se sia davvero questa la via per tornare a rendere affascinante il Vangelo. Se cioè abbassare l’asticella alla statura della (poca) fede delle persone sia più conveniente che provare a innalzare le persone alla statura del Vangelo. Il dubbio però che inizia a serpeggiare è un altro: ed è che neanche si voglia riformare la Chiesa per attrarre di nuovo fedeli, ma che si voglia piuttosto diluire del tutto la Chiesa nel mondo finché non ci sarà più neanche bisogno di chiamarla Chiesa perché sarà diventata altro. Cosa, non è dato sapere. Nel frattempo l’unica cosa certa è la confusione che regna sovrana. 
Luca Del Pozzo 

       


 

Al direttore - Lei giustamente scrive che in Italia abbiamo un enorme problema educativo e punta il dito anche contro i genitori asini. Perfetto. Come docente, mi domando da anni come mai nessuno intervenga con convinzione, andando al di là dei banchi a rotelle. Continuo a cercare di fare del mio meglio, ma il senso di frustrazione cresce anno dopo anno. Andrei quasi a incatenarmi davanti a Palazzo Chigi, con un cartello del tipo: “Parliamo seriamente di scuola?”. Viene con me?
Leonardo Eva

Non si incateni ma si scateni. Ci scrivi. E ci faccia scrivere. Grazie
 

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