lettere
Essere anti americanisti significa tifare per la resa dell'occidente
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - A Bernardini de Pace potrebbe anche far notare che l’induzione alla prostituzione è reato.
Renzo Catello
Al direttore - Caro Adriano Sofri, attendo con trepidante curiosità la sua replica alla lettera di Carlo Rovelli pubblicata ieri su queste colonne. Sono certo, come lei ha anticipato, che saprà setacciarla da par suo, separando la farina (poca) dalla crusca (molta). Mi consenta, tuttavia, di esprimere la mia costernazione non tanto per la nota e conclamata ostilità del fisico per l’occidente “bombarolo”, in particolare per gli Usa, quanto per talune sue singolari e improbabili affermazioni. Ad esempio: 1) un (misterioso) piano di pace per il Donbas del Papa è stato rifiutato non si sa da chi – quando il povero Francesco è stato trattato come un paria da Putin; 2) metà degli ordigni che stanno distruggendo l’Ucraina è dei paesi della Nato – neanche la Zacharova lo sosterrebbe; 3) nella Siria di Assad travolta dalla guerra civile ci sono basi americane – non la compagnia Wagner e le milizie cecene; 4) l’Alleanza atlantica continua le sue “minacciose esercitazioni militari davanti alle coste russe e cinesi” – mentre l’autocrate del Cremlino prospetta un giorno sì e l’altro pure l’apocalisse nucleare. Rovelli, inoltre, ricorda che non gli piacciono le dittature africane e i talebani, e che i suoi amici sudamericani chiedono “più simpatia per la Russia”. Si parva licet, chi scrive non ama nemmeno le dittature di Mosca e Pechino, e i suoi amici ucraini chiedono più rispetto per i fatti. Cordiali saluti.
Michele Magno
Un anno fa, l’occidente era malvagio perché aveva provocato Putin e lo aveva “costretto” a intervenire in Ucraina. Oggi, l’occidente è malvagio perché, scegliendo di difendere l’Ucraina, “sta costringendo” Putin a continuare la sua guerra. I limiti dell’anti americanismo, che è un tema che Rovelli conosce bene, sono lì: nelle conseguenze dei suoi assunti. Ed essere anti americanisti oggi, di fronte alla guerra in Ucraina, non significa tifare per la pace. Significa tifare per la resa. Non solo dell’Ucraina ma anche dell’occidente.
Al direttore - Lo smart working, come ha scritto ieri, ha rivoluzionato il modo in cui le persone lavorano e ha portato grandi cambiamenti nella cultura dell’ufficio. Lei, direttore, discute la possibilità di lavorare senza un ufficio fisico e come questa pratica possa diventare una realtà sempre più diffusa nel futuro. La pandemia ha sicuramente accelerato la transizione verso lo smart working, portando molte aziende a implementare rapidamente nuovi modelli di lavoro per far fronte alla crisi sanitaria. Ma questa pratica non è nuova, infatti molte aziende già prima della pandemia utilizzavano il lavoro da remoto o in modalità flessibile. La trasformazione dello smart working ha cambiato la cultura dell’ufficio in modi inimmaginabili. Ha reso possibile lavorare ovunque e in qualsiasi momento, migliorando la qualità della vita dei lavoratori e la produttività delle aziende. Ma non solo, ha anche permesso alle persone di avere un maggior controllo sulla propria vita professionale, lavorando da casa o in un luogo di loro scelta, senza dover seguire gli orari rigidi dell’ufficio. Il cambiamento culturale causato dallo smart working è stato enorme e il futuro sembra sempre più orientato verso questa pratica. Le aziende che offrono la possibilità di lavorare in modo flessibile o da remoto possono attrarre talenti da tutto il mondo, ampliando così la base di potenziali candidati e migliorando la diversità all’interno del team. Tuttavia, nonostante i benefici evidenti dello smart working, ci sono ancora alcune sfide da affrontare. Ad esempio, la mancanza di interazione faccia a faccia potrebbe limitare la creatività e l’innovazione, nonché ostacolare lo sviluppo di relazioni solide tra colleghi. Inoltre, lo smart working potrebbe creare anche uno squilibrio tra la vita professionale e quella personale, se non gestito correttamente. In ogni caso, lo smart working ha dimostrato di essere una soluzione efficace per molte aziende e i suoi vantaggi sembrano superare gli svantaggi. Le storie di successo dell’adozione dello smart working sono sempre più numerose e l’impatto sulla cultura dell’ufficio è evidente. La flessibilità, la produttività e la felicità dei dipendenti sono solo alcuni dei benefici che le aziende possono trarre da questa pratica. Il futuro del lavoro, insomma, sembra orientarsi sempre di più verso il lavoro flessibile e da remoto. Le aziende che abbracciano questa tendenza e adottano modelli di lavoro flessibili possono beneficiare di maggiori opportunità di crescita e successo, oltre a creare una cultura dell’ufficio più dinamica e all’avanguardia.
Vitalba Martini
Grazie. Stiamo ricevendo moltissime lettere sul tema. Chiunque abbia voglia di inviarci una sua testimonianza sul tema che vi abbiamo proposto ieri, sulla nuova cultura dell’ufficio, può scriverci qui: [email protected].
le lettere al direttore