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Lettere

Trovare lavoro grazie al Foglio? Perché no! Novità da lunedì

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Mi rivolgo a lei per chiedere maggiori informazioni riguardo all’organizzazione del convegno sul capitale e sulla globalizzazione del futuro che si terrà a Milano il 25 marzo. Sono interessato ad approfondire questo tema e mi piacerebbe partecipare all’evento, ma prima di farlo, vorrei sapere di più sulle motivazioni che hanno portato alla sua organizzazione. In particolare, mi chiedo quale sia il vostro punto di vista sul tema del capitale e della globalizzazione e come questi possano influire sul futuro della società e dell’economia. Credo che sia importante discutere di questi argomenti e comprendere le loro implicazioni per poter agire in modo consapevole e responsabile. Sarei grato se poteste fornirmi maggiori informazioni sul programma del convegno, sugli ospiti e sui temi che verranno affrontati. Inoltre, mi piacerebbe sapere se ci sono requisiti particolari per partecipare all’evento, come la registrazione o il pagamento di un biglietto. Ringraziandovi per la vostra attenzione, resto in attesa di una vostra gentile risposta. Cordiali saluti.
Giovanna Carini


La pazzia della nostra giornata milanese dedicata ai temi del capitale (ci si registra, non si paga, sulla globalizzazione sapete come la pensiamo: Dio la benedica)  nasce dopo aver letto un libro da leccarsi i baffi scritto da un appassionato della materia, Mario Fabbri, e intitolato così in modo provocatorio: “Vera storia dell’ambigua idea di capitale”. Fabbri sostiene che, “sulla scala dell’intera comunità, il concetto di capitale è utilizzabile solo nell’accezione di capitale come rapporto sociale” e ragiona su quali sono alcuni equivoci attorno a questo tema che hanno contribuito ad avere un numero eccessivamente ricco di economisti simili alla categoria delineata molti anni fa da Peter J. Lawrence (“l’economista è un esperto che saprà domani perché oggi non sono avvenute le cose che aveva predetto ieri”). Parlare di capitale per ragionare sul futuro. Se vi va ci vediamo oggi, alle 9, a Milano, in via San Paolo 12.

 

Questa lettera è stata scritta con ChatGPT e fa parte della colonna di testi del Foglio scritti con questa tecnologia nell’ambito di questo concorso. La mail a cui inviare le segnalazioni è: [email protected]



Al direttore - Esilarante la vicenda raccontata da Salvatore Merlo sull’Europa che ci dà 300 milioni di euro per piantare 6 milioni di alberi, e siccome 2 milioni andavano piantati entro il 2022 noi, anzi, le città metropolitane, hanno pensato di spuntarla, testualmente, piantando 6 milioni di semi. E’ il gioco delle tre carte del Pnrr, che per finanziare progetti cantierabili ha sostituito sul fondo del Green new deal progetti ventennali già a valere su fondi Cipe o di Coesione e sviluppo e mai realizzati. Ma che neppure il Pnrr è riuscito ad accelerare. E così la conclusione delle opere entro il 2026 è diventata la conclusione della progettazione, o della fattibilità, e gli alberi sono diventati semi. Come il miliardo per l’impianto a idrogeno dato a Dri Italia che entro il 2026 forse completerà un piano industriale sulla carta, e il cantiere dell’alta velocità Napoli-Bari, nato nel 2008, supererà il 2028. E quando Renzi provò ad accelerarlo con lo “Sblocca Italia”, le regioni fecero ricorso perché “decidiamo noi”. Raffaele Fitto sta provando a non farci togliere il Pnrr, dando un’altra girata alle tre carte: “I cantieri che non finiranno entro il 2026, togliamoli dal Pnrr e rimettiamoli nei fondi Fsc”. Ma è subito partita l’alzata di scudi dei due governatori della Napoli-Bari, De Luca ed Emiliano: sbloccate subito i 27 miliardi per il sud, noi li spendiamo tutti! Nelle sagre dei semi. 
Annarita Digiorgio

Prendo spunto dalla sua lettera, giusta, per annunciare una piccola novità, a proposito di pragmatismo. Da lunedì sul Foglio c’è una bella novità: ogni lunedì, insieme con Wyser, selezioneremo delle offerte di lavoro importanti, e ambiziose, che esistono in Italia e le offriremo ai nostri lettori. Lavorare grazie al Foglio? Perché no. Vi piacerà.

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