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Un anno fa, quando a qualcuno l'invasione sembrava una fake news

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Il decreto di Giorgia Meloni sul Superbonus è da applausi perché un governante che sfida l’impopolarità è merce rara nel paese che di misure impopolari ha bisogno più di qualunque altro. Tuttavia il grave limite del premier è che il suo è un gioco di pura rimessa. Una volta corre ai ripari per i benzinai, un’altra fa marcia indietro sul Pos, ora il superbonus. Nessuno se ne occupa più ma l’Italia avrebbe bisogno di uno choc con un piano di riforme radicali qui e ora. Ora che il costo politico sarebbe sopportabile visto nell’arco del quinquennio. Ricordo che nel 2003 il governo Schroeder lanciò un piano a sette anni destinato a rivoltare come un calzino una Germania in grave crisi. Si chiamava Agenda 2010 e prevedeva drastici tagli fiscali, riforme del welfare, tagli ai sussidi di disoccupazione. Schröder era socialdemocratico, il piano era “market oriented”. Il piano fu fortemente sostenuto dal gruppo editoriale Bertelsmann. Giocando di rimessa Meloni farà la fine dei soliti fenomeni politici italiani, ascesa, picco, caduta.
Marco Cecchini

Non ne sono sicuro, caro Cecchini.


Al direttore - Compie un anno “l’ennesima fake news americana dell’invasione russa dell’Ucraina”.
Maria Martoni

Era il 23 febbraio, il giorno precedente all’invasione dell’Ucraina, e Marco Travaglio, quel giorno, scelse di deliziarci così, con un memorabile attacco di un indimenticabile articolo: “L’altra sera, mentre tg e talk rilanciavano l’ennesima fake news americana dell’invasione russa dell’Ucraina (ancora rinviata causa bel tempo), eravamo tutti col fiato sospeso in attesa del Verbo”. Slurp.


Al direttore - Senza entrare nel merito della ricaduta economica positiva, sottolineata anche da Bankitalia, il suo giornale dovrebbe chiedersi perché i ripensamenti su una legge, quella sul Superbonus, approvata dal Parlamento, e modificata 20 volte in corso d’opera e 11 solo per quanto riguarda la cessione del credito, dovrebbero avere effetto retroattivo e danneggiare persone che, rispettando la legge, hanno fatto degli investimenti per migliorare le proprie abitazioni. E’ una questione anche questa di giustizia e garantismo. Quanto alle truffe, è un errore ricorrere a questo argomento per criticare la norma. E’ tutto l’apparato legislativo del mondo che si presta ad abusi e violazioni. Spetta allo stato perseguirli. Cordiali saluti.
Roberto Alatri


Al direttore - A “Dimartedì” a proposito della guerra in Ucraina, Michele Santoro ha avuto la possibilità di annichilire con la sua irruenza il povero Giovanni Floris. Si è persino permesso di paragonare la missione di Joe Biden a Kyiv a una eventuale visita di Putin in Messico “per parlare di armi“, senza che nessuno gli facesse notare che gli Usa non hanno invaso il Messico. Poi è stata la volta del golpe in Cile del 1972 organizzato dalla Cia, senza ricordare che da allora sono trascorsi 50 anni, che la politica americana è cambiata e che adesso il Cile, come altri stati latinoamericani, è governato dalla sinistra. Volendo ci sarebbe un’altra piccola differenza: sul ruolo della Cia nel golpe cileno gli americani hanno prodotto persino dei film che hanno girato il mondo; se qualcuno in Russia, sul caso Ucraina, si azzardasse a dire qualche parola di troppo, farebbe una brutta fine.
Giuliano Cazzola

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