Beatrice Venezi dirige il concerto di Natale in Senato 

Lettere

Il compositore Piersanti stronca Venezi e la sfida su un brano sinfonico

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Assistendo alla replica su YouTube del concerto natalizio offerto dalla presidenza del Senato al popolo italiano che vedeva l’Orchestra Haydn di Bolzano sotto la guida di Beatrice Venezi ho avuto la conferma di quello che ho sempre più pensato guardando le tante esibizioni in rete di questa musicista. A parte il cattivo gusto di presentarsi a capo di un’orchestra proprio lei, neoeletta consigliera per la musica del ministro, la cosa che trovo seriamente preoccupante, che intendo sottolineare, è la totale assenza di percezione musicale nella direzione e quindi di talento musicale necessario per muovere e rendere espressivi nell’aria i suoni di quella meravigliosa macchina terrestre che è una orchestra sinfonica. La sconcertante – è proprio il caso di dirlo – esibizione induce e favorisce l’ottundimento del gusto musicale e veicola un livello d’ascolto paurosamente basso confondendo e intimidendo chi, pur amando la musica, non ne possiede sufficiente competenza nel giudizio. Decisamente di pessimo livello gli arrangiamenti delle belle canzoni di Battisti, senza un minimo progetto né capacità interpretativa e con un’orchestrazione insensata e sciatta. Un tristissimo e cupo regalo di Natale che afferma soltanto il basso livello e la concezione musicale che si fa circolare con incuranza e irresponsabilità spacciandola per “grande arte”. Questo mio giudizio personale non è un partito preso verso la Venezi, ma il giudizio di un musicista che ha alle spalle 50 anni di vissuto musicale come compositore (www.francopiersanti.com) e ha avuto la fortuna di avere Maestri come Armando Renzi, Nino Rota e Franco Ferrara. E a tutt’oggi ha composto le musiche per 160 film e una cinquantina di spettacoli teatrali, oltre a una cospicua produzione di musica assoluta. Ed è di fronte al dilagare dell’incompetenza e della più pericolosa sottocultura il motivo di questa mia lettera invettiva, contro chi dallo scranno del potere favorisce e promuove eventi del genere. Sfido la Venezi alla concertazione pubblica con l’Orchestra Haydn di un brano sinfonico del secondo 900. A sua scelta, che non sia l’“Adagio per archi” di Barber ma un pezzo mai da lei e da me eseguito prima.
Franco Piersanti

Facciamo nostra la sua magnifica proposta. Cara Venezi, che ne dice, ci sta?



Al direttore - “La morale paralizza, monta al cervello, acceca, asciuga le linfe vitali, indurisce le arterie. Non possiamo intraprendere nulla a questo mondo, esercitare un lavoro, risolvere un problema senza che si faccia sentire l’influsso corruttore della morale. Se si tratta di una questione di evoluzione artistica, siamo moralisti; se si tratta di novità di ordine pratico, siamo moralisti; uno muore per la febbre, e noi in sovrappiù lo contagiamo con la morale” (Karl Kraus, “Die Fackel”, 1899-1936)
Michele Magno

A proposito di moralismo. Martedì sera a “Porta a Porta”, da Bruno Vespa, il ministro Nordio ha risposto a una vecchia domanda del Foglio. Abbiamo detto a Nordio che intervenire per riorganizzare il sistema che governa le intercettazioni è sacrosanto, ma che intervenire sulle intercettazioni rafforzando quelle preventive, intercettazioni che non valgono nei processi e che non sono menzionabili in atti,  rischia di creare un problema come una casa: generare un serbatoio di ricatti. “Il buono è nemico del meglio e il meno peggio e meglio del peggio. L’intercettazione è un mezzo invasivo che tra l’altro è vietato, o meglio, è visto malissimo dall’articolo 15 della nostra Costituzione che dice che la libertà delle comunicazioni è inviolabile. Può, ed è l’eccezione, essere compresso attraverso un provvedimento motivato dell’autorità giudiziaria. Il rischio di ricatto c’è in entrambe le intercettazioni, ma c’è di più in quelle giudiziarie, perché in questo caso le intercettazioni vengono conosciute da più persone, dal pm, dal gip, dal tribunale del Riesame, e queste intercettazioni poi vengono a volte male interpretate anche dai brogliacci della polizia e diffuse dai giornali non nella loro forma autentica”. Il buono è nemico del meglio, ovvio, ma le intercettazioni, caro ministro, forse si possono regolamentare senza dovere trovare compensazioni che potrebbero creare persino più problemi rispetto a quelli che si vorrebbero risolvere. Vale la pena pensarci.

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