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Di chi è la colpa se non abbiamo estratto tutto il gas che ci serviva

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Perché a impegnarsi per estrarre tutto il gas che ha a disposizione l’Italia deve essere il prossimo governo e non doveva già essere questo? O è ordinaria amministrazione solo spendere e non ricavare?
Franco Debenedetti

Per farle capire la situazione, caro Debenedetti: il governo, per volontà di Mario Draghi e Roberto Cingolani, aveva presentato un piano per estrarre, dagli attuali giacimenti, due miliardi di metri cubi in più di gas, per far fronte all’emergenza. Il Parlamento ha applaudito, la politica ha esultato, i partiti non hanno ribattuto. Le chiedo: secondo lei, si è riusciti a estrarre quei due miliardi o i partiti poi, in segreto, sottobanco, hanno mosso tutte le pedine che potevano per evitare di ritrovarsi con un problema ulteriore in campagna elettorale? Risposta esatta.

 


Al direttore - Certamente vanno evitate, come scrive il Foglio, le eccessive lamentele per gli impatti che la decisione della Bce di aumentare i tassi di riferimento di 75 punti base potrà avere, per esempio, sui mutui a tasso variabile o sul credito al consumo, avendo presente, però, che lo scopo dell’operazione è quello di “frenare la domanda”: e ciò non avviene a costo zero. Ma quel che prima ancora dovrebbe essere oggetto di preoccupazione è l’inesistenza di un raccordo tra politica monetaria, con i suoi limiti, ma anche con l’indeterminatezza che emerge dalle decisioni del Direttivo dell’8 settembre e dalle dichiarazioni della presidente Christine Lagarde, e politica economica e di finanza pubblica a livello di Eurozona e di singoli paesi. Se è imminente il rischio di recessione, se l’inflazione, come afferma la Lagarde, resterà alta per lungo tempo, allora a questa condizione di “stato di eccezione” bisognerebbe rispondere con un bilanciamento tra le due politiche, ivi inclusa nella prima la Vigilanza bancaria, alla stregua di quel che positivamente avvenne con il governo Ciampi nel 1993 e anche in precedenza, in occasione del primo choc petrolifero negli iniziali anni Settanta del Novecento. Non si è un incallito “laudator temporis acti” se oggi vi è necessità, fatti tutti i rilevanti cambiamenti, di ricordare questi importanti precedenti. 
Con i più cordiali saluti. 

Angelo De Mattia

 


Al direttore - 37 per cento maggioritario + 63 per cento proporzionale: 400 deputati + 200 senatori = siamo stati dei fessi.
Michele Magno

Caro Magno, se non sbaglio, 400 più 200 fa 600. Se non sbaglio, la Francia, che ha circa un paio di milioni di abitanti in più dell’Italia, ha 557 parlamentari. Se non sbaglio, la Spagna, che ha dieci milioni di abitanti in meno di noi, ha 588 parlamentari eletti. E ancora. Il rapporto tra parlamentari italiani e abitanti oggi è uno ogni 101 mila. In Germania è uno ogni 107 mila. I fessi veri, forse, sono quelli che si fanno mangiare la pappa in testa dai politici oggi in testa ai sondaggi. O no?

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