(foto LaPresse)

Lettere

Caro Cav., è il momento di rispolverare l'ok al proporzionale

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - L’ex magistrato Nello Rossi, autorevole esponente di Magistratura democratica e direttore della rivista “Quale Giustizia”, intervistato dal Dubbio regala quella che definisce “piccola chicca”: “Da procuratore aggiunto ho chiesto, silenziosamente con la dovuta rapidità, l’archiviazione di una denuncia – infondata – sporta contro l’on. Berlusconi… Ho solo fatto il mio dovere; ma conosco pubblici ministeri che hanno tenuto in piedi per anni procedimenti nei confronti di uomini politici e che, quando hanno chiesto, magari tardivamente, l’archiviazione, sono stati colmati di elogi e presentati come campioni della ‘giustizia giusta’…”. Non fa nomi, il dottor Rossi. Si limita a parlare di “fenomeni, tendenze… Ma su questi temi un dibattito pubblico e approfondito, serio e  sereno, ci starebbe tutto”. Il dottor Rossi dice che ha solo fatto il suo dovere. Se ne deduce che i pm che conosce quel dovere non l’hanno fatto. Altro che dibattito occorrerebbe. Interventi da parte di organi preposti, questo servirebbe; forse il dottor Rossi, che conosce questi mancati doveri, dovrebbe fare qualcosa di più che auspicare un dibattito “serio e sereno”. L’Italia è un paese dove la magistratura fa paura. Le dichiarazioni del dottor Rossi ne sono l’ennesima conferma.
Valter Vecellio 

Un paese in cui vi è una magistratura che può indagare senza avere nulla di simile a una prova, che può condannare senza avere altro che sospetti, che può decidere il tuo destino giocando con capi di imputazione vaporosi, che può nascondere la propria discrezionalità sotto il mantello infallibile dell’obbligatorietà dell’azione penale, che sceglie di assecondare un sistema che dà ai magistrati pieni poteri e che permette ai magistrati di considerare qualsiasi valutazione esterna come lesa maestà, è un paese in cui non si può non avere paura. 



Al direttore - Un giorno i Bettini, Zingaretti, D’Alema e, scendendo per li rami, i Bersani, Boccia e Speranza dovranno spiegare l’abbaglio preso per un personaggio che, dopo il suo esordio sulla scena pubblica con un curriculum taroccato, è stato definito da Beppe Grillo “senza visione politica e capacità d’innovazione”. Eppure avrebbero dovuto riflettere sulla maledizione di Tutankhamon che si è abbattuta inesorabilmente su tutti coloro che sono stati sponsorizzati dal giornalista più spiritoso d’Italia (Di Pietro, Ingroia, De Magistris, per fare qualche nome), anche se dalle scarse facoltà predittive (dal mai Draghi sarebbe diventato presidente del Consiglio al mai la Russia avrebbe invaso l’Ucraina). Ma lasciamo stare il novello Savonarola delle cause perse e la sua compagnia di giro che si esibisce in televisione con recite da avanspettacolo intellettuale, e veniamo a cose più serie. Numeri alla mano, se i Cinque stelle (quei pochi che sono rimasti) uscissero dalla maggioranza, la legislatura potrebbe continuare lo stesso il suo cammino. In questo senso, non mi è parsa azzeccata la minaccia di elezioni anticipate ventilata, in tal caso, dai vertici dello stato. Mentre se ne gioverebbe il governo, non più costretto a cercare scappatoie per aggirare richieste in gran parte irricevibili, perché demagogiche e contrarie all’odierno interesse nazionale. E se ne gioverebbe il dibattito a sinistra sulla questione ormai sempre più fumosa del “campo largo”, magari costringendo il Pd ad assumere finalmente un’iniziativa chiara e decisa per cambiare la legge elettorale. Proporzionalisti di tutto il mondo, unitevi!
Michele Magno

“Paesi come la Germania e la Spagna adottano il proporzionale, che in Germania ha sempre consentito la formazione di maggioranze stabili e solide (quasi mai di grande coalizione), mentre in Spagna, dopo decenni di stabilità, ha portato negli ultimi anni anche a un’impasse che ha ritardato e reso precaria la creazione di una maggioranza di governo”. Le parole tra virgolette sono di Silvio Berlusconi. Le ha messe nero su bianco nel giugno del 2017. Sarebbe forse ora di rispolverarle. Forza Cav.

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