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Viva il pragmatismo di Draghi. Il gioco delle regioni sulla scuola

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Grazie, caro Cerasa. I suoi editoriali sull’operoso pragmatismo di Draghi e la pubblicazione di alcuni scritti a mio avviso fondamentali (come la prolusione dello stesso Draghi all’Accademia dei Lincei del 2 luglio e l’articolo di Brunetta sul Foglio del lunedì) vanno componendo una ineludibile antologia sul nuovo Rinascimento italiano, che si spera diventi speculare in Europa.
Giantomaso Giordani

 

Il pragmatismo di Draghi contiene un tratto insieme diabolico e affascinante: la capacità del presidente del Consiglio di depoliticizzare situazioni politiche molto intorcinate e potenzialmente divisive trasformando le proprie decisioni politiche in semplici e insindacabili decisioni di buon senso. Lunga vita al pragmatismo. 


 

Al direttore - Da vecchio appassionato di F1, ho letto l’articolo di venerdì sulla Red Bull e il suo fondatore. Tra le molte curiosità, Zapelloni non menziona ciò che rende più straordinaria l’avventura della casa austriaca: la trasformazione da “bibitari” (copyright Leo Turrini, credo) a “costruttori”. A partire dal 2022, infatti Honda si ritirerà dalla F1 e Red Bull acquisirà il progetto e lo stabilimento, acquisendo la capacità di produrre l’intera automobile da corsa, come Ferrari, Mercedes e Renault. Grazie per l’attenzione e grazie per il giornale che mi accompagna ogni mattina dal suo primo numero.
Lorenzo Baldi



Al direttore - Buonasera. Sono un vostro assiduo lettore da molti anni. Nei giorni scorsi ho ricevuto il Covid green pass sia sull’app Immuni sia su Io. Sembrava troppo bello, infatti i dati riguardanti le vaccinazioni sono errati. In particolare avendo avuto il Covid in ottobre e avendo fatto la vaccinazione (AstraZeneca) nel mese di aprile, quindi entro i 6 mesi dal contagio, la mia situazione vaccinale secondo il protocollo poteva dirsi conclusa. Invece il Covid pass che mi è stato inviato prevede una seconda dose confermata anche dal mio file sanitario (da effettuarsi il prossimo 18/7). La locale Asl 5 di La Spezia mi ha consegnato un foglio nel quale è ben specificata l’unica dose a completamento del mio ciclo vaccinale. Dovendomi recare all’estero alla fine di luglio ho l’impellente necessità di regolarizzare il mio Covid pass. Non so come fare: i numeri 1500 e il call center di Immuni si rimpallano l’uno con l’altro il potere di regolarizzare la mia situazione. Un’altra volta il call center Immuni (dopo ore di attesa) mi ha detto che dovevo rivolgermi al medico di base per la variazione dei dati. Detto fatto, il mio medico mi ha detto che lui non può intervenire in variazione sui file dei pazienti. L’Asl locale dopo varie telefonate mi ha rilasciato un documento in inglese che attesta l’avvenuto contagio lo scorso mese di ottobre e il green pass prova (con la data della vaccinazione effettuata lo scorso 25/4) la mia copertura vaccinale. Potrà tutto questo, in assenza di una correzione dovuta al mio green pass, permettermi di recarmi all’estero? Un aiuto da parte vostra sarebbe graditissimo anche perché so con certezza che ci sono molte altre persone nella mia stessa situazione. Un grazie in anticipo.
Alberto Bugliani 

 

La sua segnalazione ci offre la possibilità di segnalare al governo un altro problema, che ha meritoriamente messo in rilievo qualche giorno fa l’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini. Donini ha detto che chi si è vaccinato non dovrebbe fare mai più un giorno di didattica a distanza. Donini ha ragione ma sulla riapertura della scuola il problema non riguarda solo i vaccini. Riguarda la capacità da parte delle regioni, a settembre, di riaprire la scuola in sicurezza, vaccini o non vaccini. Dire che chi è vaccinato ha il diritto di stare a scuola è sacrosanto. Ma scaricare la responsabilità della riapertura delle scuole sulle famiglie è un gioco che le regioni farebbero meglio a non fare. Grazie.

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