Manettari? L'ultimo spenga la luce. Disumani dell'anti capitalismo

Le lettere al direttore del 6 maggio 2020

Al direttore -

Giuseppe De Filippi


  

Al direttore - Non sapendo come cavarsela Travaglio scrive un’articolessa per dire che entrambi Bonafede e Di Matteo sono in buona fede. Al di là del gioco di parole bona e mala viene subito da pensare… ma quanti dittatori sanguinari sono stati in buona fede?

Frank Cimini

  

L’ultimo spenga la luce (ma noi che manettari non siamo con grande classe diciamo che anche i manettari vanno difesi dall’orrenda tirannia della cultura del sospetto).


 

Al direttore - Goffredo Bettini, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto che questo non è il momento della piccola ma della grande politica, quella che sa progettare e scommettere sul futuro. Ottimo. Nel presente, tuttavia, mi accontenterei della media politica, quella simboleggiata dalla ricostruzione a tempi di record del ponte di Genova (bellissimo, peraltro). Quella media politica, in altri termini, che dovrebbe cogliere queste ore difficili come una irripetibile occasione per liberare imprese e mercati da una burocrazia invadente che soffoca la loro vita. Quella media politica, inoltre, capace di assicurare tempestivamente ai lavoratori la Cig, e alle aziende le somme necessarie per la ripresa dell’attività. Quella media politica, ancora, in grado di sbloccare i cantieri e di far finalmente rinascere le zone terremotate che versano ancora in un indecente stato comatoso. Quella media politica, infine, che impone alle pubbliche amministrazioni di onorare i propri debiti con i privati. Mi fermo qui. Ho volato basso, lo so. Ma, in attesa di fare i conti domani con un “capitalismo cieco e disumano” (Bettini), cerchiamo di non deludere oggi le speranze degli italiani che sgobbano e producono.

Michele Magno

  

Come direbbe il nostro amico Goffredo Bettini – e qui cito una sua espressione utilizzata nella stessa intervista al Corriere per criticare i critici del governo – non penso onestamente che esista nel mondo “lo spazio morale” per discutere se sia meglio avere un paese malato di capitalismo oppure un paese malato di anti capitalismo. Ma se proprio dobbiamo affrontare il tema, potremmo cavarcela con un’idea semplice: il capitalismo è di sua natura anti disumano perché, caro Bettini, il capitalismo matura laddove vi è libertà e rimettere in discussione il capitalismo è quanto di più disumano ci possa essere perché laddove non c’è capitalismo non c’è nemmeno la libertà.


 

Al direttore - In riferimento a un vostro articolo su Gardaland alcune specifiche. Al fine di garantire la sicurezza degli ospiti, le più popolari attrazioni estive all’aperto, sia acquatiche che all’asciutto, saranno fruibili con il supporto di misure di sicurezza volte a mantenere l’opportuno distanziamento dei visitatori, sia durante l’attesa sia lungo il percorso. Almeno in un primo momento, tutte le attrazioni, teatri e servizi indoor resteranno chiusi. L’apertura di attrazioni, ristoranti e negozi – che continueranno a proporre la consueta ricca offerta caratteristica di Gardaland – sarà scaglionata, verrà aumentata la distanza tra i visitatori grazie all’utilizzo di file alternate sia sulle attrazioni che nei ristoranti, mentre gli spettacoli – compresi gli show live “44 Gatti Rock Show” e “Aqua Fantasia”, novità 2020, saranno tutti rigorosamente outdoor. Gardaland Resort è anche un fondamentale player nel motore del turismo e dell’occupazione sulla sponda veronese del lago di Garda in grado di coinvolgere – in una situazione di normalità – oltre 800 lavoratori stagionali e un indotto stimato di 3.500 strutture distribuite sul lago di Garda tra le quali alberghi, campeggi, B&B, pizzerie, ristoranti che regolano la loro stagione di apertura seguendo il calendario del parco. Per questo riteniamo che sia necessario riuscire a garantire, per quanto possibile, una continuità. La riapertura significherebbe una svolta davvero positiva non solo sul piano sociale ma soprattutto a livello economico per il valore dei nostri lavoratori dipendenti, per i lavoratori stagionali e per l’indotto che creiamo. Al momento non possiamo fare previsioni sulla data di apertura, per ovvi motivi, ma confidiamo di non perdere l’intera stagione e di ripartire in estate, coinvolgendo al cento per cento la nostra struttura organizzativa con i 230 dipendenti a tempo indeterminato e riassumendo maggior numero di stagionali per la gestione delle attrazioni, dei negozi, dei punti foto e per la ristorazione. Contiamo davvero di rilanciare la stagione di Gardaland prima possibile per contribuire anche al rilancio del relativo indotto sul lago di Garda.

Aldo Maria Vigevani, ceo di Gardaland

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