Il M5s e il terrorismo finanziario: prima che agli italiani, pensi all'italiano

Al direttore - Rocco che fai a Capodanno?

Giuseppe De Filippi


  

Al direttore - Caro Cerasa, si parla di riformare i centri per l’impiego perché quello che serve e che tutti chiedono a gran voce, è il miglioramento dell’occupazione nel nostro paese. Ma invece di portare avanti un’ennesima riforma, perché non puntare sulle agenzie per il lavoro che sono il primo approdo “sicuro” per le fasce più deboli del mercato del lavoro. Le agenzie per il lavoro sono un soggetto efficace nell’intermediare domanda e offerta di lavoro, nell’inserire le persone in percorsi formativi e di continuità professionale, nell’accompagnare e orientare i lavoratori in percorsi di ricollocazione professionale. In questo senso avvalersi di soggetti competenti e che rappresentano una vera e propria infrastruttura sul territorio consente notevoli vantaggi per persone, aziende e sistema produttivo del paese. Perché non puntare su quanto di buono il “privato” può offrire?

Andrea Zirilli


 

Al direttore - Come lei, ritengo che gli imprenditori del nord potrebbero stancarsi di appoggiare la Lega, sovranista e alleata degli assistenzialisti stellati. Certo che se ci si mette anche Boccia...

Lorenzo Lodigiani


 

Al direttore - Di Maio dice che gli autori del Jobs Act sono degli “assassini politici” e che alcuni commissari europei “fanno terrorismo”. Se non ricordo male, l’ultimo politico che in Europa usò l’espressione “terroristi” per qualificare le istituzioni europee fu Varoufakis in Grecia. Dobbiamo aspettarci di finire come la Grecia?

Luca Martini

 

Prima di pensare agli italiani, forse, a Di Maio, servirebbe pensare prima all’italiano.


  

Al direttore - Nella naturale, fisiologica foga del valutare e personalizzare il presente, perdiamo di vista che gli “ingredienti” a disposizione sono sempre gli stessi: quelli per fare il minestrone. Che riesca più o meno bene dipende dai “variabili gusti”. Basta mettersi in testa che con quegli ingredienti è impossibile fare la torta “Paradiso”. Ok? Il Pd in piazza, bene: a Milano quello che resta del cattocomunismo lombardo, a Roma tra i presenti c’erano anche quelli con la valigia in mano, pronti a emigrare. Verso quali lidi? seraficamente, dove li porterà il cuore. Sentir voci sull’unità della sinistra, fa cadere le braccia. Ma rientra negli ingredienti per allegre mattane. Propedeutiche a un allegro suicidio? macché. Ottimismo la trionferà.

Moreno Lupi


 

Al direttore - Leggo sul Financial Times del weekend che nell’odiatissima Francia di Macron, Parigi sta emergendo come l’hub favorito per le transazioni finanziarie nell’Europa continentale e che alcune delle più grandi banche e società globali di gestione di capitali stanno preparando la seconda vita dopo la Brexit trasferendo via da Londra e verso la capitale francese le loro attività di investimento nei paesi Ue. Ci sono i casi di Bank of America e Citigroup e il capo del settore investimenti di JPMorgan al Financial Times ha detto così: “Con il tempo, e a seconda di come si svilupperà il nuovo centro finanziario in Europa, noi faremo quello che facemmo 20 anni fa a Londra e svilupperemo i nostri uffici nella capitale francese”. A Parigi, inoltre, almeno 70 società di gestione, dai gruppi più grandi ai piccoli hedge fund, hanno già avviato gli iter burocratici necessari a ottenere le licenze per operare in Francia. Gli uffici parigini di BlackRock entro un anno potrebbero espandersi di 5-6 volte, arrivando a contare su uno staff tra i 200 e i 300 dipendenti. Morgan Stanley progetta di ampliare di 80 unità il suo personale nella città. Goldman Sachs ha fatto sapere di considerare la Francia prioritaria nel suo piano di raddoppiare i suoi dipendenti in Europa. Hsbc sta per trasferire da Londra almeno mille posti di lavoro. Paris Europlace, il gruppo lobbistico messo in piedi dal governo francese per perorare la causa di Parigi, prevede che almeno 3.500 posti di lavoro ben remunerati nel settore finanziario saranno regalati alla città dalla Brexit. In alcuni paesi, la finanza è un valore aggiunto. In altri paesi, la finanza è come il terrorismo. Indovinate quale dei due paesi riesce a creare più opportunità di lavoro?

Luca Meffi

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