La sinistra costola del grillismo. Da Igor al re. Il linciaggio a Boschi

Al direttore - Governo con chi ci sta. Firmato Weinstein.

Giuseppe De Filippi

 

Non succederà. I grillozzi non arriveranno al governo. Ma nel frattempo c’è uno spettacolo insieme magnifico e pietoso di un eroe della politica italiana, che un tempo voleva gioiosamente trasformare la Lega nella costola della sinistra e che oggi sta trasformando rapidamente la sinistra in una costola del grillismo.

 

Al direttore - Avevamo chiesto Igor, ci ha hanno dato il re.

Michele Magno

 

Al direttore - Lo spettacolo sconcio, vigliacco, pusillanime della guerra contro Maria Elena Boschi, è la impietosa dimostrazione di quanto sia istericamente caduto in basso, il confronto politico in Italia. Le prossime politiche hanno assunto le vesti del giorno del giudizio divino. Travaglio e Di Maio nel ruolo del Dio che giudica, la Giuria composta dai titolari degli interessi trasversali di tutti gli immobilisti che lottano per tenere in piedi un sistema marcio nell’anima. So bene che se Berlusconi dicesse quello che pensa davvero, in cuor suo ha stretto la mano al Calenda dell’Aria che tira, Meloni e Salvini ne farebbero un’occasione per alzare la posta. Ma forse, arrivati a questo punto la conta, comunque vada, Berlusconi, la dovrebbe impostare su una decisa presa di posizione. Certo, farlo e sottoporsi al giudizio delle platee italiche postula avere fiducia nelle loro capacità di discernere e capire. Una vertiginosa, affascinante e tosta scommessa.

Moreno Lupi

 

Su questo tema le parole più efficaci le ha messe insieme Luciano Violante in due interviste, una pubblicata ieri sulla Stampa e una domenica sul Mattino. “Si contesta alla Boschi di aver parlato con il presidente della Consob e con altri della situazione difficile di una banca del suo collegio elettorale. Io penso che sia dovere di ogni parlamentare interessarsi di aziende in crisi dei propri territori e provare a trovare una soluzione. Boschi era il ministro più forte del governo Renzi, se ci fossero state pressioni qualche risultato sarebbe stato ottenuto. In questa storia, la vera inopportunità è stata quella di costituire una commissione di inchiesta sulle banche nelle ultime settimane della legislatura”.

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