E se non ci fosse un'alternativa al modello De Gaulle-Macron?

Al direttore - Merkel: com’è ’sto Rosatellum?

Giuseppe De Filippi

Al di là di come andrà a finire in Germania il punto è semplice: se vuoi governare la frammentazione e non farti governare dalla frammentazione o trasformi i partiti o trasformi i sistemi elettorali. L’instabilità tedesca è un ossimoro (non ci potrà mai essere una Germania non stabile) ma l’instabilità dei partiti europei è un dato di fatto e prima o poi ci toccherà riflettere su un punto: e se la vera omogeneità di cui ha bisogno l’Europa, prima ancora dell’omogeneità fiscale e bancaria, fosse un’omogeneità istituzionale? Detta in altre parole: e se l’unica stabilità possibile per l’Europa, per governare la frammentazione senza farsi governare da essa, fosse il modello De Gaulle-Macron?


  

Al direttore - Sul Foglio del 16 novembre è stato pubblicato un importante articolo di Enrico Nuzzo che pone il problema dei rapporti tra authority, in specie di quelle con competenza in materia di credito e risparmio. Molti dei problemi di comunicazione e informazione rilevati nel corso delle audizioni-testimonianze, presso la commissione parlamentare di inchiesta, di alti dirigenti di Bankitalia e di Consob non si sarebbero posti se la legge del 2005 che regola tali rapporti in maniera carente e confusa fosse stata progettata in modo organico. Ciò non esclude che l’organo che ritiene di avere ricevuto, in qualche circostanza, informazioni limitate (Consob) debba chiedere una loro integrazione o agire autonomamente, secondo le proprie competenze, senza farsi scudo, per l’eventuale mancato intervento, delle informazioni che avesse considerato incomplete. Ma soprattutto ciò che tarda a comparire in Parlamento è la riforma di tali authority, la cui esigenza è stata prospettata da almeno dieci anni. La riforma dovrebbe vederle riorganizzate per finalità perseguite e dovrebbe tener conto della revisione di recente avviata dell’architettura delle corrispondenti authority europee. Se questo sarà un impulso anche rinvenibile nella conclusione dei lavori della predetta commissione, si potrà dire che, almeno per questo aspetto, avrà operato positivamente. Ma occorrerà che il governo sia coerente negli atti di competenza e, in particolare, nell’assumere la prossima decisione sulle nomine al vertice della Consob smentendo voci su misure assurdamente “compensative” della conferma di Ignazio Visco quale governatore a Palazzo Koch.

Angelo De Mattia


   

Al direttore - In merito all’articolo di Massimo Solani “Soldi, ristoranti, pub e associazioni: la galassia finanziaria fascista”, pubblicato nel numero 259 del 2 novembre 2017, alla pagina III, si precisa che L’Isola delle Tartarughe non è, contrariamente a quanto si afferma nell’articolo, una misteriosa associazione quasi clandestina, ma un soggetto giuridico in possesso di tutti i requisiti per figurare tra i destinatari del 5 per mille. Si precisa anche che i contributi ricevuti sono utilizzati nel più assoluto rispetto delle previsioni di legge. Del resto, il possesso di questi requisiti e la gestione rispettosa delle leggi sono stati accertati proprio dalla indagine del Mise, alla quale si fa riferimento nell’articolo, che ne tace, tuttavia, proprio l’esito.

Paolo Sebastianelli, legale rappresentante dell’Isola delle Tartarughe

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