Sarah Jessica Parker in Divorce, la nuova serie di Hbo

Divorzi e disastri

Mariarosa Mancuso

Sarah Jessica Parker torna in pista dodici anni dopo la fine di “Sex and the City”, durata dal 1998 al 2004 e si butta su corna e dispetti quando finisce un matrimonio. Da mercoledì 30 novembre su Sky Atlantic.

Ritratto di una coppia disastrata. Non del genere alla Ingmar Bergman. “Scene da un matrimonio” (film per la tv in sei puntate) era tanto realistico che sembrava di sbirciare Erland Josephson e Liv Ullmann buco della serratura. Del genere che prevede l’intervento di uno sceneggiatore – sceneggiatrice, in questo caso, e pure britannica, si chiama Sharon Horgan: sempre corna e dispetti, ma scritte aggiungendo brio ai tormenti.

 

“Torno a casa felice, poi vedo la tua macchina nel vialetto e mi si stringe il cuore”, confessa la moglie al marito da cui vuole divorziare. “Tra noi era una faccenda privata, non le solite corna borghesi”, si dissocia l’amante di lei – un signore dal nome francese che insegna alla Columbia University, quindi sfoggia un torace che non conosce ceretta e si fa il muesli in casa – appena viene informato del divorzio. La pizza hawaiana gli va di traverso.

 

Lei è Sarah Jessica Parker, anche produttrice di “Divorce”, la nuova serie targata Hbo (dallo scorso 8 ottobre, 10 gli episodi della prima stagione, e da mercoledì 30 novembre anche in Italia, su Sky Atlantic). Torna in pista dodici anni dopo la fine di “Sex and the City”, durata dal 1998 al 2004. Ancora un po’ di pazienza, e le ragazze in cerca di marito faranno l’effetto di un film in costume – i primi episodi già sono maturi – quando gli anni Ottanta con i loro ragazzini e i loro mostricini passeranno di moda, e l’operazione nostalgia travolgerà i Novanta. Molti anni sono passati da quando la bionda recitava in “Hollywood, Vermont” di David Mamet, nel ruolo di un’attrice del porno che sul set di un film d’autore non vuole mostrare le tette (“ma se tutti qui le potrebbero disegnare a memoria!”, sbotta il regista).

 



 

Dodici anni scanditi da dodici lifting, sembrerebbe. La fronte è liscia, gli zigomi altissimi, la pettinatura sciaguratamente fuori moda. Fatichiamo a tenerle gli occhi addosso, ed è difficile credere al personaggio. Soprattutto di fronte alla bravura del marito Thomas Haden Church: era accanto a Paul Giamatti nelle scorrerie vinicole di “Sideways”, diretto da Alexander Payne (era un addio al celibato). Solo la perfidia di Sharon Horgan – la sua serie precedente, sempre matrimoniale e in onda su Channel 4 era intitolata “Catastrophe” – tiene attaccati allo schermo. Vale per i primi tre episodi, ma già si sussurra che la puntata natalizia di “Divorce” sarà uno spasso. Di “dark humour”, come dicono gli americani. O di “grim humour”, come dicono i britannici.

 

Alla festa per i 50 anni della cara amica Diane, la festeggiata litiga con il marito Nick, estrae una pistola dal cassetto, spara al consorte. Mancandolo, ma il poveretto si accascia colpito da infarto. Non sono loro i divorziandi, ritroveremo lui all’ospedale in coma famacologico, lei che lo va a trovare assistita dall’avvocato (la polizia teme possa ripetere il reato). Sarah Jessica Parker coglie l’occasione per dire a Thomas Haden Church: “Voglio indietro la mia vita in tempo per poterne fare ancora qualcosa”.

 

“Renderò la tua vita un inferno”, promette lui, che nel frattempo ha scoperto le corna e le ha commentate con il massimo della volgarità – altra caratteristica della serie è il toilet humour di stampo britannico. Subito stringe alleanza con il professore della Columbia: “Hai fatto a me e a Julian una cosa tremenda”. Perfidia degna di una sceneggiatrice che racconta di aver trovato ispirazione nel matrimonio dei genitori di Gwyneth Paltrow. Interrogati sulla durata della loro unione, risposero: “Non abbiamo mai avuto voglia di divorziare nello stesso momento”.

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