A sinistra Lee Cook-jong e a destra Patrick Dempsey nei panni di Derek Shepherd in Grey’s Anatomy

Il Dottor Stranamore sudcoreano

Giulia Pompili

Lee Cook-jong è il chirurgo che ha salvato la vita al soldato nordcoreano che ha oltrepassato il confine. Anna Fifield lo ha chiamato “McDreamy” soprannome scelto da Shonda Rhimes per il personaggio di Derek Shepherd in Grey’s Anatomy

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Anna Fifield sul Washington Post lo ha chiamato “McDreamy”, il soprannome scelto personalmente da Shonda Rhimes per il personaggio di Derek Shepherd in Grey’s Anatomy, la popolare serie tv sui medici del Seattle Grey – nella versione italiana è il “Dottor Stranamore” (no, il romanzo Red Alert di George non c'entra nulla, ma calza perfettamente nel caso della penisola coreana). C'è da dire che Lee Cook-jong, chirurgo traumatologo sudcoreano, non è esattamente Patrick Dempsey, e il trauma center dell'Ajou University Hospital non è il Seattle Grace Hospital – l'ospedale che da dodici anni ospita le bellissime vite dei bellissimi medici di Grey's Anatomy (considerato com'è andato a finire The Walking Dead, lunga vita a Meredith Grey).

 

Dicevamo, Lee Cook-jong. E' il capo del trauma center dell'ospedale universitario di Suwon, a trenta chilometri a sud di Seul, ed è il chirurgo che con tre operazioni d'urgenza ha salvato la vita al soldato ventiquattrenne nordcoreano Oh, che lunedì scorso ha oltrepassato il confine nel punto più pericoloso del 38° parallelo (qui trovate l'articolo con l'analisi del famoso video della sua fuga, diffuso qualche giorno fa). Ma la storia di Lee Cook-jong, 48 anni, un pomeriggio di novembre, dopo essersi incrociata con quella di un defector nordcoreano, lentamente si è emancipata e ora vive di vita propria anche all'estero. Perché in patria Lee era già molto conosciuto. Quando il soldato Oh ha ripreso conoscenza, è stato il primo a parlare con il nordcoreano del momento. Ma Lee si è attirato parecchie critiche quando dopo gli interventi d'urgenza, in conferenza stampa, ha spiegato dettagliatamente le condizioni di salute del militare fuggito: “La rivelazione che l'uomo aveva una grave infezione parassitaria”, scrive Anna Fifield, “e che il suo stomaco conteneva chicchi di mais crudi ha provocato uno choc nell'opinione pubblica sudcoreana. I soldati in prima linea nordcoreani sono teoricamente un'élite, eppure quest'uomo aveva dei vermi che in Corea del sud non si vedono sin dagli anni '70, e aveva mangiato chicchi di mais non cotti. Inoltre, ha la tubercolosi e l'epatite B”. Lee è stato criticato in Corea del sud per aver diffuso questi particolari, per non aver protetto i “diritti umani”, cioè la privacy, del soldato (poi un parlamentare che aveva cavalcato le critiche si è scusato col chirurgo). Allora Lee ha contrattaccato, ieri, spostando l'attenzione su un'altra questione: sapete in che condizioni lavoriamo noi? Il trauma center dell'ospedale ha cento posti letto, ma in questo momento tratta centocinquanta pazienti. “Un'infermiera al sesto mese di gravidanza ha dovuto prendere parte a un'intervento d'emergenza su un elicottero perché non c'era personale”, ha detto il medico. Intanto è stata lanciata una petizione alla Casa Blu, il palazzo del governo di Seul, per chiedere di migliorare le condizioni dei pronto soccorso coreani.

  

Il giornale Joongang Ilbo è andato a vedere come lavora Lee, e anche se il testo di questo articolo è in coreano potete guardare le fotografie: si riferiscono alla stanza di Lee – che ripeto, è primario del trauma center – dove fa turni da 36 ore. Lee è anche quasi-cieco dall'occhio sinistro. E il riferimento a Grey's Anatomy non è un caso, perché sulla sua vita si sono ispirati gli sceneggiatori per ben due serie tv, l'ultima, dello scorso anno, si chiama “Romantic Doctor, Teacher Kim”.

  

Ma perché il soldato nordcoreano è stato portato direttamente da Lee Cook-jong, non certo nell'ospedale più vicino al 38° parallelo?, vi domanderete. Ebbene Lee, oltre ad essere come tutti i coreani un ex militare, è un eroe nazionale sin dal 2011 quando salvò la vita a Seok Hae-kyun, il capitano della petroliera sudcoreana che insieme con i suoi 21 marinai fu rapito nel Golfo di Aden dai pirati somali. La Operation Dawn del Golfo di Aden per liberarli è ancora oggi una delle operazioni dei servizi speciali sudcoreani più famose. L'unico rimasto ferito gravemente era stato il capitano Seok, salvato miracolosamente dall'intervento di Lee.

  

La prima volta, la pressione mediatica aveva fatto soffrire il chirurgo. Adesso, invece, ha capito che la popolarità può veicolare un messaggio: le condizioni di salute del soldato nordcoreano ci dicono in che condizione si trovino i soldati considerati l'élite da Pyongyang (sembra nel frattempo che quelli a Panmunjom siano stati tutti sostituiti, secondo una fonte del Korea Herald).

 

D'altra parte, i trauma center in Corea sono sempre più in difficoltà. Perché ci sono pochi dottori, pochi infermieri, poche strutture, ha denunciato il medico in conferenza stampa: il 30 per cento dei pazienti con trauma arrivati al pronto soccorso nel 2016 si sarebbe potuto salvare se fosse stato trattato in strutture adeguate. Strano, per il paese che è considerato il migliore al mondo per la chirurgia plastica.

  

A proposito di Oh, il soldato nordcoreano. Sta meglio, ha iniziato a mangiare, risponde bene alle cure. Lo staff dell'ospedale ha messo nella sua stanza una bandiera sudcoreana per dimostrargli, ogni volta che apre gli occhi, che si trova davvero in Corea del sud. Ma il capitalismo è pur sempre il capitalismo: qualcuno dovrà pagare il conto da 92 mila dollari delle sue tre operazioni chirurgiche. Il ministero dell'Unificazione di Seul non ha ancora capito chi.

  

P.s. militante. Mentre sistemavo Katane, sono capitata su questo articolo dell'Economist, che parte da una posizione molto forte: la chirurgia è una branca della medicina ancora del tutto maschile (solo un quinto dei chirurghi in America è femmina, un decimo in Gran Bretagna). L'Economist dice che c'è un pregiudizio, ma forse, più semplicemente, una questione di opportunità: la chirurgia è quella professione per cui non esistono orari, non esistono regole, né sindacati, la responsabilità è tra le più alte, per una donna chirurgo conciliare carriera e maternità, per esempio, nel 2017, nei paesi più sviluppati del mondo, è ancora parecchio complicato. Immaginate cosa deve essere in un paese come la Corea del sud, dove la diseguaglianza di opportunità tra generi è un problema serio, soprattutto quando si parla di forza-lavoro.

 


 

  

Parliamo per l'ennesima volta di statue, sì. Perché il comune di San Francisco, America, ha accettato definitivamente l'istallazione di questa statua nella chinatown della città, che rappresenta Corea del sud, Filippine e Cina. Nell'iscrizione si legge: "This monument bears witness to the suffering of hundreds of thousands of women and girls euphemistically called 'Comfort Women,' who were sexually enslaved by the Japanese Imperial Armed Forces in thirteen Asian-Pacific countries from 1931 to 1945". La questione è molto complicata e molto controversa, ma siccome i giapponesi pensavano di aver risolto tutto quanto un paio di anni fa con la Corea del sud (leggete qui, era il dicembre del 2015), il sindaco di Osaka ha deciso di annullare il gemellaggio che la lega a San Francisco. (Xinhua/Ma Dan)

 


 LA SETTIMANA


  

PENISOLA COREANA

 

Per tutta la settimana non si è parlato d'altro che della storia che avete letto qui sopra. Ma sono successe anche altre cose:

 

Secondo voi Pechino e Seul hanno davvero fatto la pace? Il problema, lo sapete, è lo stramaledettissimo scudo antimissile Thaad - che è americano – istallato sul territorio sudcoreano. La risposta, comunque, è no.

 

Mancano meno di tre mesi alle Olimpiadi invernali in Corea del sud. Noi siamo stati a PyeongChang nel giugno scorso, e il reportage potete leggerlo per intero qui. Chi sono i tedofori italiani? Eccoli. Il problema è che le tensioni con la Corea del nord stanno aumentando i premi assicurativi, e c'è il rischio di un grosso flop.

 

Vi ricordate la storia di Cho Hyun-ah, la figlia del proprietario della Korean Airlines che aveva fatto tornare al gate un aereo in partenza da New York per far scendere lo stewart che le aveva servito male le noci macadamia (è tutto vero, sembra una vita fa ma è tutto vero, è successo tre anni fa). La Cho si era dimessa dalla vicepresidenza della compagnia dopo che lo scandalo era divenuto di proporzioni nazionali. Secondo i giudici aveva pure minacciato i suoi dipendenti e poi è stata accusata di aver violato le regole di sicurezza dei voli civili (tornare al gate è permesso solo in casi d’emergenza. Lo scarso servizio a bordo non è un’emergenza). Comunque, il whistleblower subì la vendetta dei capi di Korean Air.

 

GIAPPONE

 

Come ogni anno, a novembre, la residenza dell'Ambasciatore giapponese a Roma organizza un pomposo ricevimento per il "genetliaco di Sua Maestà l'Imperatore" – Akihito in realtà è nato il 23 dicembre. Giovedì sera era il debutto del nuovo ambasciatore Keiichi Katakami, accreditato neanche due mesi fa, tanto che l'ambasciatore ieri sera era da solo, la consorte, ancora in Giappone, arriverà tra poco in Italia. Con più di trecento invitati, il pezzo forte del banchetto era il wagyu di Kagoshima, la migliore carne di mucca che mangerete mai (ma questa è la mia personalissima opinione). Presenti alla festa: un amico del Giappone di vecchia data, Lamberto Dini, Fabrizio Cicchitto, Susanna Camusso, qualcuno dei Cinque stelle. Qualche anno fa alla festa di novembre era invitato anche il senatore Antonio Razzi, da un paio di anni non si fa vedere. Tra gli altri, c'era l'ambasciatore della Mongolia, l'ambasciatore del Pakistan, e l'ambasciatore della Corea del sud (presenza non scontata). E con questo avremmo finito i pettegolezzi.

 

30 aprile 2019. E' la data che secondo i pettegolezzi il governo di Tokyo avrebbe scelto per l'abdicazione dell'Imperatore Akihito.

 

La Mitsubishi Materials continua a essere in grossi, grossi guai, per uno scandalo a effetto domino che riguarda la falsificazione dei dati che riguardano gli standard di qualità. Un danno di immagine enorme, e infatti il titolo è crollato dell’8,06 per cento a 3.760 yen. Il 19 ottobre scorso la Nissan Motor aveva sospeso tutte le sue attività in Giappone dopo uno scandalo su i finti ispettori.

 

Ennesimo incidente della Flotta americana nel Pacifico. Un velivolo della Marina statunitense è caduto a 925 chilometri a sud-est di Okinawa, nel sud del Giappone. Trasportava 11 persone, 8 di loro sono state recuperate 40 minuti dopo in buone condizioni. Tre restano i dispersi. Il Pentagono non ha ancora dato spiegazioni ufficiali sul bimotore turboelica precipitato. Anche perché, capite bene, è il terzo (il terzo!) incidente da quelle parti che coinvolge la 7ma Flotta americana. Le ricerche dei 3 dispersi sono state sospese.

 

Siccome dei cd non si butta via niente, la Daiso Japan – che è un franchising di 100円ショップ, si pronuncia hiaku-en-shoppu, i negozi dove tutto costa “cento yen”, sul modello dei pound shop – inizia a venderli per decorazione.

 

Shinzo Abe ha promesso ad Aung San Suu Kyi nuovi aiuti economici al regime, malgrado la condanna internazionale per la pulizia etnica in corso. Ma, nel frattempo, Tokyo ha accolto finora come rifugiati soltanto 18 rohingya (Marco Zappa su East).

 

Natura e spiritualità, non possedere niente. Un libro di Andy Couturier uscito pochi mesi fa (The Abundance of Less: Lessons in Simple Living from Rural Japan) recensito da Metropolis.

 

La solitudine degli impiegati del sesso, maschi. Un gran bel documentario in uscita sugli urisen, gli uomini che "si affittano" in Giappone, raccontato in un longread sul Japan Times. Un'intervista a Ittetsu Suzuki, che è un famoso pornodivo giapponese che si occupa spesso pure del cosiddetto "porno femminile", destinato a un pubblico di donne. Dice delle cose molto intelligenti sul rapporto tra uomini e donne, in tempi di caccia all'orco.

 

CINA, E ALTRE STORIE

 

Strane pillole e lividi. Un'indagine su un asilo di Pechino sembra una storia dell'orrore (che conosciamo bene pure qui da noi).

 

Tencent, il colosso informatico cinese, "vale più di Facebook" con 500 miliardi di dollari di capitalizzazione. E' interessante da leggere (segnalato da Andrea Pira, grazie grazie) non tanto per la notizia ma per la narrazione: si tratta sempre di America Vs Cina.

 

L'éra dei mangiatori di cocomeri. Il nuovo libro di Liu Zhenyun su Caixin (la domanda è: ma chi sono i mangiatori di cocomeri?!).

 

Pechino inizia a lasciare liberi i panda per vedere se si riproducono. Vorrebbe dire che il salvataggio della specie è compiuto.

 

Il Black Friday in Cina è su un altro livello. Su Taobao questa settimana c'erano in saldo tre Boeing 747.

 

Malaysia. Ci si avvicina sempre di più alle elezioni generali del 2018. Si giocheranno tutte su tre direttrici: la corruzione, l'economia, la religione. E il populismo islamista, come in Indonesia, sta già scaldando i motori.

 

Indonesia. A Bali c'è il grossissimo pericolo che il monte Agung erutti. Panico tra i turisti e intanto i volontari hanno già su le maschere per la cenere.  Qui c'è un live news della situazione.

 


 

Appuntamenti (romani, per il momento)

 

  

Martedì 28 novembre, dalle 15 alle 17, sarò alla tavola rotonda su "Le elezioni in Giappone. Riflessi sul quadro europeo e globale" organizzata dalla Fondazione Italia Giappone. Non per me, ma per gli altri ospiti, vale la pena esserci.

 


  

Volete vedere una cosa figa? Dopo la conferenza, sempre martedì 28, ma alle 21, all'Apollo Undici di via Bixio Wu Wenguang (lui) e la regista Zhang Mengqi raccontano cosa significa scavare dentro la memoria nella Cina contemporanea. (è un evento same same factory)

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.