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la satira del foglio

Lo scoop dell'infiltrato fisso: Conte e Salvini a casa di Enrico Montesano

Maurizio Milani

L'attore si è offeso per non essere stato avvertito che la riunione la facevano da lui. Del resto i nomi spuntati tra i gialloverdi sono tantissimi, anche il suo... Ma la galanteria istituzionale gli impone la rinuncia

A mezzanotte in punto (quindi oggi) Matteo Salvini e Giuseppe Conte si sono trovati a casa di Enrico Montesano (che si è offeso per non esser stato avvertito che facevano da lui tale riunione). Siamo in grado di raccontare tutto.
Salvini: “Peppino, direi di eleggere Pier Ferdinando”.
Conte: “Matteo, da vecchio democristiano sono d'accordo al cento per cento, il problema è che tanti miei parlamentari sono influenzati da Alessandro Di battista, lui non vuole assolutamente Casini al Quirinale”.
Salvini: “Peppino! Parliamoci chiaro, o li convinci a votare Casini o dico che l'ordine di confermare il Nobel per la pace a Carola Rackete è stato bloccato da un tuo intervento”.
Conte: “Ma è falso!”.
Salvini: “Non esageriamo con queste affermazioni non complete e non belle, diciamo che è verosimile”.
Conte: “Sì! A questo punto facciamo un comunicato congiunto e sosteniamo questa tesi”.

Salvini: “Peppino, ci ho ripensato. Non voglio metterti in difficoltà con il ministro DI Maio, fai votare tutti i tuoi parlamentari per il generale Figliuolo e siamo contenti tutti”.
Conte: “Sono d'accordo, c'è però il problema della corrente di Lucia Azzolina a cui fanno capo 130 deputati. Loro non voteranno mai un militare”.
Salvini: “E chi vogliono?”.
Conte: “Pier Ferdinando Casini!”.
Salvini: “Senti Peppe, non ho mai visto un gruppo parlamentare come il tuo. A questo punto chiedi loro se va bene Enrico Montesano”.
Interviene l'attore: “No! Amici, non sono disponibile, a meno che Draghi non mi rassegni il giorno dopo le dimissioni e le accetto subito”.
Conte: “No! Enrico, questo non è possibile. Draghi per galanteria istituzionale rimetterà nelle tue mani il mandato, ma subito devi rifiutare e confermargli la fiducia”.
Montesano: “Allora no”.

Salvini: “Passiamo a te stesso, Giuseppe. Se propongo il tuo nome, almeno i 5 stelle ti votano o nemmeno quello va bene?”.
Conte: “Non garantisco! Ma penso di sì. Piuttosto, Matteo, il centrodestra almeno un duecento trecento voti me li dà?”.
Salvini: “Eh, quello non posso garantire”.
Montesano: “Perché non convergete sul nome di Vincenzo De Luca, risulta il più gradito dagli italiani, poi è di sinistra per modo di dire. Dai ragionamenti è più Dc”.
Conte: “Ma sì, a questo punto giochiamo la carta De Luca, il Pd non può obiettare. Anche se piace molto Oscar Farinetti…”.
Salvini: “Allora deciditi! Farinetti o De Luca?”.
Conte: “Direi Oscar Farinetti. Molto gradito ai mercati e al mondo dell'impresa”.
Salvini: “Va bene, votiamo in blocco Farinetti. Ciao Peppino, grazie Enrico per l'ospitalità”.
Montesano: “Dovere. Sempre a disposizione dell'autorità”.
Conte: “Ciao Matteo, ci vediamo in comune a Enna per ritirare la cittadinanza onoraria”.
Oscar Farinetti viene eletto capo dello stato con 630 voti.

  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.