Édouard Louis (foto ANSA)

il figlio

Lotte e metamorfosi di una donna che non bastano a salvarla. E poi?

Giacomo Giossi

L'ultimo libro di Édouard Louis prosegue la sua indagine sulla provincia francese e lo fa partendo sempre dalla propria intimità, che vede coinvolti se stesso e poi sua madre e suo padre e i suoi fratelli

Nel 2021 Édouard Louis raccontava in "Lotte e metamorfosi di una donna" la storia di sua madre, la sua liberazione dopo anni di vessazioni dentro a un matrimonio subordinato ai desideri di un marito alcolista e violento. Una fuga che l’avrebbe portata a Parigi dal nord della Francia cambiando radicalmente l’esistenza. O almeno così il figlio aveva immaginato. Non andò così, per nulla. Dopo un matrimonio violento e umiliante Monique si ritrovò infatti nuovamente invischiata in una relazione con un uomo violento, possessivo e alcolista. E si apre proprio con una telefonata disperata, della madre al figlio, l’ultimo libro di Édouard Louis, Monique evade (La nave di Teseo, traduzione di Annalisa Romani). Una disperata richiesta di aiuto dopo l’ennesima serata passata a subire insulti e vessazioni. Louis in quel momento è ad Atene per un residenza accademica che lo terrà lontano ancora un paio di settimane da Parigi, ma subito organizza a distanza, con la complicità di un amico, la fuga della madre, e quella rete di sicurezza - anche economica - necessaria perché lei possa sentirsi nuovamente viva. Monique ha più di cinquant’ anni, non ha mai acceso un computer, non ha mai viaggiato e non ha mai provato la cucina libanese.

Ed è proprio leggendo e interpretando questi elementi banali che Louis coglie la fatica di una vita obbligata e scelta da altri dentro alla quale ogni possibile curiosità della madre è stata sopita e fatta tacere. Monique è sfinita, non ha più energie, ma giorno dopo giorno sembra recuperare speranza e uno sguardo nuovo sul mondo e sulle sue possibilità. La sua ricerca di libertà diviene anche l’occasione per Louis di riavvicinarsi a sua sorella con cui non si parla ormai da otto anni, ma anche di riflettere su un senso di vergogna che giorno dopo giorno gli risale come un fiume carsico dalla memoria: tutte le volte che ha lasciato perdere con sua madre per ansia e fatica e tutte le volte che non se ne è preso cura scegliendo la propria libertà a scapito della sua. E c’è anche una spiccia analisi economica, quanto costa a Louis salvare sua madre. Lungi dall’essere una mera contabilità per Louis questo conto è l’evidenza di una negazione che sua madre ha subito e con lei milioni di donne che vengono costrette dall’impossibilità economica di liberarsi da compagni e mariti violenti. Così come Louis non può non considerare come quella sofferenza che l’ha visto coinvolto anche in prima persona, si sia trasformata poi nel suo primo e scandaloso libro di successo, Farla finita con Eddy Bellegueule, i cui proventi oggi gli permettono di proteggere sua madre. Un circolo doloroso, un gioco anche delle parti che evidenzia come una società che promuove disuguaglianza non può che dare corpo a violenza e a una mostrificazione delle persone più fragili. Tanto che proprio durante il trasloco dalla casa del compagno di sua madre, Louis non riesce a non fissare quell’uomo. Un uomo malandato che si rivela fragile e ossequioso, forse insignificante, ma per nulla spaventoso. Un figlio di una condizione disagiata più che rappresentante del male, cosa che chiaramente non ne giustifica i comportamenti, ma in parte li spiega. Édouard Louis prosegue con Monique, evade la sua indagine sulla provincia francese e lo fa partendo sempre dalla propria intimità, che vede coinvolti se stesso e poi sua madre e suo padre e i suoi fratelli. Sta componendo anno dopo anno la storia di una famiglia nella provincia povera francese, un popolo che vive ormai da troppi anni una condizione di soffocata disperazione. Una bomba a orologeria che l’Europa sta coltivando nelle pieghe più povere della propria società, quelle di un proletariato consumato dall’alcol e da una depressione permanente. 
 

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